27 aprile 2024

Captain Allen

Un utente di X (Twitter) con questo pseudonimo pubblica interessanti spiegazioni sulla proporzionalità delle risposte militari.
Si trovano in Pages (sotto la testata del blog), sotto i titoli “Proportionality” e “Follow-up on proportionality“.

23 aprile 2024

Ragazzi di allora, ragazzi d’oggi

20 aprile 2024

L’eredità di Anala e Armando

In aderenza alla Basilica di S.Simpliciano e al suo chiostro, a Milano,  c’è una piazzetta, denominata Paolo Sesto. Questa mattina, verso le 9:30, era piena di gente. La gente era in coda: una coda che prendeva i quattro lati della piazza, per grosso modo 120 metri, e composta di persone dall’aspetto benestante generalmente in coppia (quindi la coda va intesa come doppia). E’ anche verosimile che la coda si prolungasse all’interno del chiostro. Considerata la probabile apertura alle 10, e dato il numero di persone, suppongo che l’attesa sia stata di ore.

Che cosa attendevano di vedere, in maniera disciplinata ma certo bramosa, quelle centinaia di persone? Una facile ricerca su web mi ha dato la risposta. Nell’ambito del cosiddetto Fuorisalone del Design, volevano vedere un servizio di piatti. Lascio la descrizione ai mercanti: “Un’inedita collezione di piatti in porcellana disegnati da Gio Ponti per la celebre villa venezuelana di Anala e Armando Planchart, portati alla luce da Saint Laurent Rive Droite”  Si può visionare, ma anche comprare, perché la Richard Ginori ha benevolmente ristampato 12 piatti originali della collezione secondo la tradizione. In altre parole: questa coda degna della Gioconda è per accedere a una sala dove 12 piatti, prodotti adesso, sono esposti. Per comprarli, invece, bisogna spostarsi di qualche chilometro, al negozio Yves Saint Laurent di Via Montenapoleone. Ignoro il prezzo, ma penso che i potenziali acquirenti resterebbero profondamente delusi se non fosse da brivido.

Girando per il centro di Milano in questi giorni si vedono decine e decine di code come quella che ho descritto. Il Fuorisalone è una grande occasione di reddito per la città, e quindi nessuno si permette di eccepire. E’ anche un’occasione per osservazioni sociologiche.

16 aprile 2024

Milano, Junior, Adolfo

Dunque: Stellantis voleva chiamare “Milano” un nuovo modello Alfa Romeo. Prodotto in Polonia. Il Ministro Urso si è impuntato, e allora Stellantis ha cambiato il nome. I sindacati non sono contenti, dicono che la cosa importante è che l’auto non sia prodotta in Italia. Ma vedete che si sbagliano, come ci dimostra l’imparziale La Stampa:

Io non sono di quelli che siccome uno si chiama Adolfo è necessariamente cattivo. Magari c’era un nonno con quel nome. Comunque, nessuno ha mai pensato che un fascista sia necessariamente scemo. Nel caso di Urso, parrebbe che le congiunzioni astrali si siano verificate.

9 aprile 2024

Seniorinnen

Quando eravamo ragazzi, e si aveva a che fare con una donna più grande, usavamo dire: “le vecchie bisognerebbe ammazzarle da piccole”. Il duro corso dell’età mi ha fatto abbandonare questo modo di dire, ma non è detto che avessimo torto allora.
Lasciando perdere il genere, e guardando solo all’age gap, bisogna dire che la categoria dei vecchi tende a essere meno contagiata dalle opinioni trendy, fra le quali furoreggia il tema del cambiamento climatico. È quello che dice anche l’analfabetoide il cui post riporto qui sopra. Alla fine, lui si complimenta con le vecchiette perché hanno aderito anche loro alla lotta per il salvataggio del caro Pianeta, sostenendo anzi che lo Stato Svizzero le priva di un futuro vivibile.
Quanto futuro resti a quei teneri virgulti io lo ignoro. Prendo però atto che si è sanata un’anomalia: è infatti anomalo che i rincoglioniti siano i giovani e i vispi siano gli anziani. Grazie, seniorinnen, per avere messo a posto le cose.

4 aprile 2024

“Europeismo”

  1. Il movimento comunista sorse come forza politica in primo luogo internazionalista. Era nato in opposizione ai partiti socialisti «socialpatrioti» finiti nel disastro delle «idee» (e delle trincee) «del 1914»; e si manifestò, nella prima sortita pubblica del governo sovietico (7 novembre 1917), come proclama ai popoli e ai governi di tutti i paesi belligeranti (il cosiddetto «Decreto sulla pace» lanciato ben prima dei «14 punti» di Wilson). L’internazionalismo era il suo carattere genetico principale, nonché il tratto distintivo più forte rispetto alle altre coeve «rivoluzioni» (Messico di Villa, Turchia di Atatürk, Cina di Sun Yat-sen). Perciò la torsione in senso «nazionale» (il «socialismo in un paese solo» e, sul piano teorico, i Quaderni di Gramsci e la coeva Storia del bolscevismo di Arthur Rosenberg) fu la più profonda (e durevole) mutazione del Dna del movimento comunista. Mutazione rivelatasi feconda e divenuta azione politica con la «grande guerra patriottica» della Russia (ancora oggi mito fondativo) e con l’impegno totale e totalizzante dei partiti comunisti nella Resistenza europea (ma anche nella «lunga marcia» di Mao in Cina o nella resistenza anti-giapponese nell’Indocina). Il «partito nuovo» – come s’è detto nelle pagine precedenti – si propose, in Italia, innanzi tutto come forza «nazionale». Poi, con la crisi epocale del 1956, unica certezza strategica diventò la «via nazionale al socialismo». Via nazionale e gradualismo (andare «verso» una società socialista tenendosi saldamente sul terreno della democrazia politica) erano scelte indissolubili, e furono di fatto le due facce della stessa scelta, che si affermò come assolutamente definitiva: come prospettiva strategica e come categoria mentale. Era il ritorno pieno alla socialdemocrazia come strada maestra dopo la lunga (e storicamente necessaria) parentesi «comunista». I costi umani della «parentesi» furono altissimi: non meno di quelli della «Grande Terreur» o della rivoluzione messicana.
  2. Perciò è vuota e autoingannevole ideologia l’«europeismo» assunto come articolo di «fede» dall’attuale Pd: unica sua «fede», i cui contenuti concreti non vengono mai definiti se non con genericità («Erasmus» per i «giovani»). Un tale «europeismo» – la cui faccia vergognosa è il Trattato di Dublino – vorrebbe essere la nuova forma dell’internazionalismo, quasi un intellettualistico ritorno ‘alle origini’… Ma nella realtà effettuale è piuttosto l’internazionalismo dei benestanti. Il suo epicentro è finanziario, con effetti, se del caso, vessatori. Oggi è messo in crisi dalla bufera sanitaria, che ha fatto crollare per un tempo non definito il sacro dogma dei «parametri» e ha innescato un processo debitorio (in prospettiva allarmante per gli Stati più deboli), di cui non si riesce a vedere come e quando potrà essere sanato. Uno dei risultati di tale imprevista bufera può essere, nel tempo medio-lungo, la destrutturazione dello «Stato sociale»: cioè della gloriosa conquista del gradualismo socialdemocratico, attuata nel corso del secolo XX essenzialmente sul piano e nell’ambito nazionali.

(Luciano Canfora, La Metamorfosi, Laterza)

26 marzo 2024

Compatriots

25 marzo 2024

Zecche

Ginevra Elkann, nipote di Gianni Agnelli, ottiene dallo Stato 2,8 milioni di aiuti pubblici per due film. L’incasso totale? 130 mila euro (12 mila il primo).

L’immagine parla già abbastanza. Si intravedono i tratti del nonno-zecca, e anche le somiglianze con i fratelli. Pare che il contribuente italiano non possa liberarsene.

23 marzo 2024

[…]

19 marzo 2024

il Professor Schiavone ci interroga da vicino sulla nostra stessa ragione d’essere in questa fase delicata

Parafrasi: basta minchiate sulla classe operaia. Basta correr dietro ai poveracci. La Nuova Sinistra delle ZTL (NSZ) guarda ai fighetti del Centro Storico, muniti di auto elettrica e impegnati a includere e a salvare il Pianeta. Ai fighetti l’ Italia sta stretta (peraltro in Italia rischia di non vincere il PD). Il loro riferimento sono gli organismi sovranazionali, che perseguono obiettivi green, includono i migranti e gestiscono piani pandemici globali. Eccallà la Quinta Internazionale.