
[La Stampa]
When I makes tea I makes tea, as old mother Grogan said. And when I makes water I makes water.
Un post di Flavio Gastaldi sull’alluvione del 2014 a Genova
lamentano dalla Sardegna, dove un tizio ha affermato – e non gli si può dar torto – che bisognava pensarci prima, che i torrenti bisognava pulirli per tempo e non, aggiungiamo noi, lasciare che ci pensasse la pioggia. Ma parliamo un po’ di Genova, dove in 40 anni si sono avute quattro alluvioni con vittime, e i sindaci pure qui lamentano di essere lasciati soli.
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Nel merito, il termine “narrazione” ha assunto, negli ultimi anni, una connotazione poco rispettabile: in sostanza, significa “bugia ammannita alle masse con lunghi e fumosi discorsi”. Il fatto che Fazio si dichiari disposto alle narrazioni, sia pure non a tutte, pare autolesionismo. Ma capisco che di questi tempi dichiararsi faziosi richiami il plauso dei tifosi.
Prima di spendere molti trilioni per vessare chi non va a Davos con l’aereo privato, si amerebbe conoscere una piccola, insignificante e sintetica cifra: qual è la quota percentuale di origine antropica del riscaldamento globale?. Con tutti i ponderosi e -diciamolo- intimidatori studi che sono stati fatti da gente più giovane, e quindi più sveglia, di Prodi, Rubbia e Zichichi, è possibile che la Scienza debba fermarsi a conclusioni come “gran parte”, o “siamo meno decisivi di quanto dicano molti, ma lo siamo”?
Possibile che chi esprime un legittimo dubbio (*) debba essere classificato come “negazionista dell’emergenza climatica”, così come chi esprimeva dubbi sulla pandemia e sulla guerra era, rispettivamente, novax e putinista?
Prima di inchinarci davanti alla Scienza abbiamo bisogno di risposte non qualitative ma quantitative. Dopo trent’anni che la menate, volete risponderci? E’ gran parte, d’accordo. Ma quanto è una gran parte? 20%? 50,1%? 99,99%? Eddai, ditecelo, non siate ritrosi. Promettiamo di essere forti. E di considerare con benevolenza chi ci spiega la differenza fra ecodestra e ecosinistra.
(Anche se, a occhio, non fa una grande differenza se il siluro ci arriva nel didietro da destra o da sinistra)
(*) 2088 Il primo comandamento ci richiede di nutrire e custodire la nostra fede con prudenza e vigilanza e di respingere tutto ciò che le è contrario. Ci sono diversi modi di peccare contro la fede:
Il dubbio volontario circa la fede trascura o rifiuta di ritenere per vero ciò che Dio ha rivelato e che la Chiesa ci propone a credere. Il dubbio involontario indica l’esitazione a credere, la difficoltà nel superare le obiezioni legate alla fede, oppure anche l’ansia causata dalla sua oscurità. Se viene deliberatamente coltivato, il dubbio può condurre all’accecamento dello spirito.
(Catechismo della Chiesa Cattolica)
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