Questo è per me il miglior interprete di Beethoven. Opinione, lo riconosco, non universalmente condivisa. Tuttavia, cambierei idea se sentissi uno staccato così cristallino da parte di qualcun altro. O un legato più naturale.
Salvate il soldato mass1q
Commentare un articolo di un grande quotidiano online è uno spreco di tempo: il commento rimane pochi minuti, e poi scompare inghiottito da centinaia di altri. A volte è un peccato. Salviamo dall’annegamento questo scritto di un anonimo neokeynesiano della domenica:
mass1q 15 ottobre 2014 | 13:46
Gli stolti penseranno che è una buona notizia la discesa del prezzo del petrolio, invece è una notizia pessima perché prelude ad un periodo di crisi gravissima a livello mondiale. Quando è crollato il prezzo del barile? Dopo lo scandalo dei mutui subprime, quando l’economia mondiale era a terra. Petrolio che crolla significa depressione dei consumi, non ci vuole molto a capirlo
Il commento, come è chiaro, si riferisce alla discesa dei prezzi del petrolio. E’ venuto di moda disperarsi se diminuiscono i prezzi. Passi per i prezzi dell’indivia o del prosciutto. Ma il petrolio? Quale deturpante deformazione dell’intelletto può portare a dolersi se gli sceicchi guadagnano di meno? O non si era appena finito di dire che la bolletta energetica tarpa le ali allo sviluppo?
D’accordo, mass1q è uno sconosciuto che probabilmente l’economia l’ha letta su Topolino. Però, la versione colta e potente di mass1q la troviamo nei governi e nelle banche centrali. Gente che confonde l’effetto con la causa, e ditemi se è poco. Gente che, siccome la recessione è causa di bassa inflazione, pensa che la bassa inflazione causi la recessione. E che basti aumentare i prezzi per uscirne alla grande.
In realtà, sono totalmente impotenti a incidere sull’economia reale. Ed è una bella fortuna.
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