When I makes tea I makes tea, as old mother Grogan said. And when I makes water I makes water.
“Qualunque imbecille può inventare e imporre tasse. L’abilità consiste nel ridurre le spese, dando nondimeno servizi efficienti, corrispondenti all’importo delle tasse.” (Maffeo Pantaleoni)
“When bad men combine, the good must associate; else they will fall, one by one, an unpitied sacrifice in a contemptible struggle” (Edmund Burke)
“Our movies may have looked like home movies, but then our home wasn’t like anybody else’s.” (Andy Warhol)
Go to Heaven for the climate, Hell for the company. (Mark Twain)
Mio Dio, per chi stiamo suonando? Per le tre persone che sono qui. E per noi.(Carlos Kleiber, provando Der Freischutz)
The question ‘why?’ pushes itself to the foreground, and the idea that there is a distinction between right and wrong very soon gets purchase – Roger Scruton
“Supposing you got a crate of oranges that you opened, and you found all the top layer of oranges bad, you would not argue, ‘The underneath ones must be good, so as to redress the balance’; You would say, ‘Probably the whole lot is a bad consignment’.” (B.R.)
“Ah! ah! monsieur l’abbé, vous faites le plaisant!” V.
Si vous n’en convenez pas, il ne nous importe. Nous croirons toujours sans vous que deux et deux font quatre. (V.)
“Under the prevailing cultural ethos, phoniness is the new integrity.” (Louis Bayard, the Washington Post)
“Is what you should think more important than what you think?” (Pat Condell)
There was a time for each man when he was still adjusted to an environment that no longer existed. (Walter Lippmann)
“En toda tribu no hay nada tan alarmante como las violaciones del código lingüístico”. (M.V. Montalban)”
“Tutti i forni vivono di vita propria, voi conoscete il vostro come io conosco il mio.” Casalinga veneta
“Mientras usted hace eso yo ya le he pegado media docena de naturales”. Manolete
“Eh, mister! Your fly is open, mister!” (J.J.)
“Il problema della decadenza è, in effetti, quello che mi ha occupato la mente con maggiore pervasività.” (F. W. Nietzsche)
Immaginare milioni di italiani che passano ore e ore a twittare, o chini sul computer per dare la caccia a chi non la pensa come loro, è una visione da voltastomaco. (G.Pansa)
“I wish to propose for the reader’s favourable consideration a doctrine which may, I fear, appear wildly paradoxical and subversive. The doctrine in question is this: that it is undesirable to believe a proposition when there is no ground whatever for supposing it true.” (B.R)
“Lo que ocurre es que solemos vivir como si no supiéramos que todo y todos son una mierda” (M.V.Montalban)
“Forse noi non abbiamo tenuto abbastanza conto di come la musica è percepita dall’ascoltatore” – Pierre Boulez
«Mi deprime. Lei forse vedrà più film italiani di me, ma quelli che ho visto negli ultimi tre anni sembrano tutti uguali. Non fanno che parlare di: ragazzo che cresce, ragazza che cresce, coppia in crisi, genitori, vacanze per minorati mentali. Che cosa è successo? Me lo dica lei. Ho amato così tanto il cinema italiano degli anni ’60 e ’70 e alcuni film degli Anni ’80, e ora sento che è tutto finito. Una vera tragedia». (Q.Tarantino)
“An artist can function at his best in a vital and healthy environment for the simple reason that the very act of creation is an affirmative gesture” (Aaron Copland, 1949)
“How is it possible that Emil Sauer must play in the small Salle Érard, despite his glorious past, when a Brailowsky or Uninsky can pack the Salle Pleyel?” (Dinu Lipatti)
The fact that German anti-semitism and anti-capitalism spring from the same root is of great importance for the understanding of what has happened there, but this is rarely grasped by foreign observers. (F. Hayek)
“I am for a government rigorously frugal & simple, applying all the possible savings of the public revenue to the discharge of the national debt; and not for a multiplication of officers & salaries merely to make partisans, & for increasing, by every device, the public debt, on the principle of its being a public blessing.” ―Thomas Jefferson
“Era grande el calor, la sombra poca” (Luis Cernuda)
« Aprende las reglas como un profesional para poder romperlas como un artista. » Pablo Picasso
Duae pestes gravissimae, Aristotelis fermentum, et hebraicae linguae ignorantia christianos Cristo privarunt. (Serveto)
By my rambling digressions, I perceive myself to be grown old. I used to write more methodically. But one does not dress for private company as for a public ball. Perhaps it is only negligence. (Benjamin Franklin)
Tunc quaesivi ab ahis, an etiam Erasmus Roterodamus esset cum eis. Respondit mihi quidam Kauffmannus dicens : ” Erasmus est homo pro se” (Epistolae obscurorum virorum, LIX)
Europe was united, but only negatively, in its opposition to a power felt as foreign (which is the surest indication of the absence of legitimacy). (Henry Kissinger, parlando dell’Europa napoleonica)
“Un libro feticcio, uno di quelli che il pirla milanese può esporre o regalare solo per il titolo, che poi i libri mica si leggono” (F.Facci)
the measure of [his] belief was regulated by that of his wishes – Edward Gibbon
The stout student (…)farted briefly. —I had it on my mind to say that. It did no one any harm, did it? (J.J.)
Mon capitaine ajoutait que chaque balle qui partait d’un fusil avait son billet. (Diderot)
“My dreams were therefore undisturbed by reality”. Mary Shelley
Father Conmee thought of that tyrannous incontinence, needed however for man’s race on earth, and of the ways of God which were not our ways. (J.J.)
That I am equal or superior to some of these, the effects of modesty or affectation cannot force me to dissemble. (Edward Gibbon)
“There is no talent so ardently supported, nor generously rewarded, as the ability to convince parasites they are victims.” – Thomas Sowell
“J’avais pris pour mon patron saint Thomas Didyme, qui voulait toujours mettre le doigt dessus.”(V.)
‘The surest way to work up a crusade in favor of some good cause is to promise people they will have a chance of maltreating someone. To be able to destroy with good conscience — this is the height of psychological luxury, the most delicious of moral treats.’ – Aldous Huxley
“I’ve got nothing against God, it’s his fan club I can’t stand” -Woody Allen-
Cuando tu vas, yo ya fuí y vine dos veces
Tritissima quaeque via et celeberrima maxime decipit. Nihil ergo magis praestandum est quam ne pecorum ritu sequamur antecedentium gregem, pergentes non quo eundum est sed quo itur. (Seneca)
The fact that an opinion has been widely held is no evidence whatever that it is not utterly absurd. (B.R.)
“Poi deve rinunciare ad una schiava di cui si è incapricciato, Criseide. E voi mi direte, vabbe’ è solo una faccenda di letto. No, è una faccenda di passione: è per quanto possa sembrare secondario, Criseide per Agamennone non è solo un simbolo, o un capriccio. In mezzo alla guerra e a un matrimonio ormai finito, Criseide, che lei sia consenziente o meno, è la sua boccata d’aria, la sua via di fuga. E decide di lasciarla, per il potere.
Poi litiga con Achille. E da qui malumori, crisi di autorità, sospetti sulla sua capacità di leadership. Che non è poco per uno come lui, per cui il potere è tutto. E alla fine, o torto collo, anche se non lo ammette, anche se rigira la frittata, ad Achille deve chiedere scusa, umiliandosi.”
La Signorina ha anche scritto un libro: “L’itagliano è bello”. Però non vorremmo che lo svarione distraesse dalla sostanza: che è la piatta banalità.
LE RAGIONI DEL CONFLITTO La prevedibile aggressione russa e la cecità di Stati Uniti e Unione europea. Ecco perché cominciare ad ammettere i nostri errori è il primo punto per costruire la pace
Il Fatto Quotidiano
26 Feb 2022
» BARBARA SPINELLI
Paragonando l’invasione russa dell’ucraina all’assalto dell’11 settembre a New York, Enrico Letta ha confermato ieri in Parlamento che le parole gridate con rabbia non denotano per forza giudizio equilibrato sulle motivazioni e la genealogia dei conflitti nel mondo.
Perfino l’11 settembre aveva una sua genealogia, sia pure confusa, ma lo stesso non si può certo dire dell’aggressione russa e dell’assedio di Kiev. Qui le motivazioni dell’aggressore, anche se smisurate, sono non solo ben ricostruibili ma da tempo potevano esser previste e anche sventate. Le ha comunque previste Pechino, che ieri sembra aver caldeggiato una trattativa Putin-zelensky, ben sapendo che l’esito sarà la neutralità ucraina chiesta per decenni da Mosca. Il disastro poteva forse essere evitato, se Stati Uniti e Unione europea non avessero dato costantemente prova di cecità, sordità, e di una immensa incapacità di autocritica e di memoria.
È dall’11 febbraio 2007 che oltre i confini sempre più agguerriti dell’est Europa l’incendio era annunciato. Quel giorno Putin intervenne alla conferenza sulla sicurezza di Monaco e invitò gli occidentali a costruire un ordine mondiale più equo, sostituendo quello vigente ai tempi dell’urss, del Patto di Varsavia e della Guerra fredda. L’allargamento a Est della Nato era divenuto il punto dolente per il Cremlino e lo era tanto più dopo la guerra in Jugoslavia: “Penso sia chiaro – così Putin – che l’espansione della Nato non ha alcuna relazione con la modernizzazione dell’alleanza o con la garanzia di sicurezza in Europa. Al contrario, rappresenta una seria provocazione che riduce il livello della reciproca fiducia. E noi abbiamo diritto di chiedere: contro chi è intesa quest’espansione? E cos’è successo alle assicurazioni dei nostri partner occidentali fatte dopo la dissoluzione del Patto di Varsavia? Dove sono oggi quelle dichiarazioni? Nessuno nemmeno le ricorda. Ma io voglio permettermi di ricordare a questo pubblico quello che fu detto. Gradirei citare il discorso del Segretario generale Nato, signor Wörner, a Bruxelles il 17 maggio 1990. Allora lui diceva: ‘Il fatto che noi siamo pronti a non schierare un esercito della Nato fuori dal territorio tedesco offre all’urss una stabile garanzia di sicurezza’. Dove sono queste garanzie?”.
Per capire meglio la sciagura ucraina, proviamo dunque a elencare alcuni punti difficilmente oppugnabili.
Primo: né Washington né la Nato né l’europa sono minimamente intenzionate a rispondere alla guerra di Mosca con una guerra simmetrica.
Biden lo ha detto sin da dicembre, poche settimane dopo lo schieramento di truppe russe ai confini ucraini. Ora minaccia solo sanzioni, che già sono state impiegate e sono state un falso deterrente (“Quasi mai le sanzioni sono sufficienti”, secondo Prodi). D’altronde su di esse ci sono dissensi nella Nato.
Alcuni Paesi dipendenti dal gas russo (fra il 40 e il 45%), come Germania e Italia, celano a malapena dubbi e paure. Non c’è accordo sul blocco delle transazioni finanziarie tramite Swift. Chi auspica sanzioni “più dure” non sa bene quel che dice. Chi ripete un po’ disperatamente che l’invasione è “inaccettabile” di fatto l’ha già accettata.
Secondo punto: l’occidente aveva i mezzi per capire in tempo che le promesse fatte dopo la riunificazione tedesca – nessun allargamento Nato a Est – erano vitali per Mosca. Nel ’91 Bush sr. era addirittura contrario all’indipendenza ucraina. L’impegno occidentale non fu scritto, ma i documenti desecretati nel 2017 (sito del National Security Archive) confermano che i leader occidentali– da Bush padre a Kohl, da Mitterrand alla Thatcher a Manfred Wörner Segretario generale Nato – furono espliciti con Gorbaciov, nel 1990: l’alleanza non si sarebbe estesa a Est “nemmeno di un pollice” (assicurò il Segretario di Stato Baker). Nel ’93 Clinton promise a Eltsin una “Partnership per la Pace” al posto dell’espansione Nato: altra parola data e non mantenuta.
Terzo punto: la promessa finì in un cassetto, e senza batter ciglio Clinton e Obama avviarono gli allargamenti. In pochi anni, tra il 2004 e il 2020, la Nato passò da 16 a 30 Paesi membri, schierando armamenti offensivi in Polonia, Romania e nei Paesi Baltici ai confini con la Russia (a quel tempo la Russia era in ginocchio economicamente e militarmente, ma possedeva pur sempre l’atomica). Nel vertice Nato del 2008 a Bucarest, gli Alleati dichiararono che Georgia e Ucraina sarebbero in futuro entrate nella Nato. Non stupiamoci troppo se Putin, mescolando aggressività, risentimento e calcolo dei rischi, parla di “impero della menzogna”. Se ricorda che le amministrazioni Usa non hanno mai accettato missili di Paesi potenzialmente avversi nel proprio vicinato (Cuba).
Quarto punto: sia gli Usa che gli europei sono stati del tutto incapaci di costruire un ordine internazionale diverso dal precedente, specie da quando alle superpotenze s’è aggiunta la Cina e si è acutizzata la questione Taiwan. Preconizzavano politiche multilaterali, ma disdegnavano l’essenziale, cioè un nuovo ordine multipolare. Il dopo Guerra fredda fu vissuto come una vittoria Usa e non come una comune vittoria dell’ovest e dell’est. La Storia era finita, il mondo era diventato capitalista, l’ordine era unipolare e gli Usa l’egemone unico. La hybris occidentale, la sua smoderatezza, è qui.
Il quinto punto concerne l’obbligo di rispetto dei confini internazionali, fondamentale nel secondo dopoguerra. Ma Putin non è stato il primo a violarlo.
L’intervento Nato in favore degli albanesi del Kosovo lo violò per primo nel ’99 (chi scrive approvò con poca lungimiranza l’intervento).
Il ritiro dall’afghanistan ha messo fine alla hybris e la nemesi era presagibile. Eravamo noi a dover neutralizzare l’ucraina, e ancora potremmo farlo. Noi a dover mettere in guardia contro la presenza di neonazisti nella rivoluzione arancione del 2014 (l’ucraina è l’unico Paese europeo a includere una formazione neonazista nel proprio esercito regolare). Noi a dover vietare alla Lettonia – Paese membro dell’ue – il maltrattamento delle minoranze russe.
Non abbiamo difeso e non difendiamo i diritti, come pretendiamo? Nel 2014, facilitando un putsch anti-russo e pro-usa a Kiev, abbiamo fantasticato una rivoluzione solo per metà democratica. Riarmando il fronte Est dell’ue foraggiamo le industrie degli armamenti ed evitiamo alla Nato la morte celebrale che alcuni hanno giustamente diagnosticato. Ammettere i nostri errori sarebbe un contributo non irrilevante alla pace che diciamo di volere.
Sometimes I ain’t sho who’s got ere a right to say when a man is crazy and when he ain’t. Sometimes I think it ain’t none of us pure crazy and ain’t none of us pure sane until the balance of us talks him that-a-way. It’s like it ain’t so much what a fellow does, but it’s the way the majority of folks is looking at him when he does it.
Vediamo, vediamo. Ecco il pezzullo del Fubini, filosofo prestato all’economia:
Mentre la Casa Bianca e i governi europei cercavano faticosamente di immaginare eventuali sanzioni sulla Russia se avesse invaso l’Ucraina, Vladimir Putin passava all’azione. [Ostrega, pare di capire che noi europei vogliamo smettere di comprare dalla Russia, e Putin voglia evitarlo]
Ce ne accorgeremo alla prossima ondata di aumenti sui prodotti alimentari di base: farina di grano duro, pane, pasta.
È su questi beni che la strategia di destabilizzazione economica ad opera del presidente russo si profila nel modo più chiaro.
L’analisi che sarà presentata oggi a un convegno di Consorzi agrari d’Italia parla di «tsunami» sui prezzi dei derivati del grano, del quale le mosse del presidente russo sono uno dei fattori recenti destinati ad alimentarlo. [La sintassi non pare ineccepibile, nonostante gli studi classici]
In particolare una decisione del Cremlino rappresenta un avvertimento all’Occidente, all’apice delle tensioni sull’Ucraina: il 2 febbraio scorso Mosca ha vietato, per almeno due mesi, l’esportazione nel resto del mondo del fosfato di ammonio e degli altri fertilizzanti azotati prodotti dal metano dei quali la Russia è oligopolista globale.
Il blocco per legge durerà almeno fino all’inizio di aprile, in una fase decisiva per il ciclo produttivo perché sta arrivando il momento nel quale i fertilizzanti devono essere utilizzati nei campi.
E poiché essi rappresentano il 20-25% del costo di produzione del grano, l’impennata recente delle loro quotazioni (più 220% da metà novembre ad oggi) avrà effetti a cascata ben oltre gli aumenti osservati fino ad oggi. [Va bene, ci pare di aver capito: Putin ci nega i fertilizzanti, che tanto ci servivano.] PERO’:
Anche l’Italia era un acquirente dei fertilizzanti azotati russi, comprati attraverso triangolazioni attraverso la Turchia e l’Egitto proprio per aggirare le sanzioni stesse che l’Unione europea impone da anni su quei prodotti.
[ Ahio. Putin per farci male ha vietato l’export di prodotti che sono da anni sanzionati dall’UE, tanto che l’Italia si approvvigiona di sfroso, attraverso i criminali Erdogan e Al Sisi?]
Gli effetti ora saranno complessi da gestire, anche perché negli ultimi mesi ha annunciato frenate della produzione l’impianto di Ferrara della multinazionale svedese Yara, proprio a cause dei prezzi sempre più alti del gas naturale.
Molte cause contribuiscono naturalmente alla corsa dei listini del metano, dei fertilizzanti, del grano e della pasta. Ma proprio questi aumenti hanno rafforzato il potere di ricatto di Putin nel perseguire la sua sottile strategia di destabilizzazione economica dell’Europa, mentre ammassava truppe ai confini dell’Ucraina.
In gennaio è arrivato il dimezzamento delle forniture di gas naturale all’Italia e altri Paesi europei (come documentato dal Corriere), in febbraio il blocco sui fertilizzanti.
Del resto sono gli stessi prezzi elevati sui listini globali a far sì che il dittatore russo possa accettare minori volumi di esportazioni senza subire eccessivi contraccolpi sui fatturati. [E allora, a che cazzo servono le sanzioni UE?]
Quando questa crisi sarà superata, l’Italia e all’Europa dovranno decidere in quale misura è saggio continuare a fare affidamentosu un partner commerciale che ha un’agenda politica precisa: destabilizzare i suoi clienti, che considera alleati da piegare alle sue priorità geopolitiche. [Continuare a fare affidamento? Partner commerciale? Ma se hanno messo loro per primi le sanzioni? ]
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