Archive for dicembre, 2022

31 dicembre 2022

Una cagata pazzesca

Non che mi facessi grandi illusioni, ma questo libro è come la Corazzata Potemkin di Fantozzi.

Avendo riscontrato goffaggini nella traduzione, sono andato a vedere il nome dell’analfabetoide. Ho trovato una cosa rara: “Traduzione dall’inglese a cura di ADAPT”. Questa ADAPT è la più eclatante iniziativa corporativa dal 1943: in sostanza, una poderosa iniziativa culturale congiunta fra Confindustria e CISL, con una spruzzata di UIL. Mi pare molto adatta a curare un testo del WEF, con prefazione di John Elkann.

27 dicembre 2022

LA BOLLA

L’argomento principale di Immanuel Kant a proposito della necessità morale di non mentire era che la menzogna non era una pratica sostenibile, mentire non era una massima universalizzabile, in quanto un mondo in cui tutti mentissero era un mondo in cui la parola, il pensiero e la legge avrebbero perduto ogni valore. 

Oggi siamo piombati nel mondo prefigurato da quella riflessione kantiana.

Oggi sui grandi media, sui veicoli della visione del mondo che tutti siamo tenuti ad avere in comune, imperversano i fabifazi e le michelemurgie, le concite e i parenzi, un’intera ubertosa selva di ripetitori con variazioni-dillo-con-parole-tue di ciò che è gradito ai detentori del potere. Non bisogna pensar male e ritenere che questa sterminata accolita di ripetitori con variazioni siano volgarmente stipendiati a cottimo per ciascuna menzogna. Niente affatto. Si tratta di soggetti il cui solo talento umano consiste nell’innamorarsi perdutamente delle idee di chi può pagarle. Ma così, per caso, spontaneamente, una seconda natura.

E quanto alle libere praterie della rete, per capirne il funzionamento odierno basta dare un’occhiata ai Twitter Files che un imprevisto cambio di padrone in un social ha fatto trapelare. Catene di comando dirette che portano dalle agenzie di sicurezza americane alle operazioni di oscuramento e selezione manipolativa sui social. I grandi social sono una tonnara, dove dapprima si sono fatti entrare gratuitamente centinaia di milioni di utenti, come nel paese dei balocchi, con l’illusione di dare corpo ad una nuova forma di democrazia reale, solo per poi chiudere le reti e condurre i tonni alle scatolette di destinazione. (Con il plauso degli imbecilli terminali che “sono-privati-possono-fare-quello-che-gli pare”).

Ma a prescindere dagli intercambiabili e dimenticabili protagonisti di questa stakanovista produzione di menzogne, ciò che bisogna affrontare è il risultato sistemico, che è esattamente quello prefigurato sopra: viviamo tutti in una bolla, un mondo irreale e derealizzato, che è l’unico mondo che io e il mio vicino abbiamo davvero in comune, e che si divide tra semplicemente inaffidabile e intenzionalmente manipolato. Cosa “si” sa? Di cosa possiamo parlare in comune, su cosa possiamo accapigliarci e dibattere politicamente con gli altri cittadini, se non su questo mondo fittizio, modellato da catene di filtri a monte, che ci arriva confezionato in casa su qualche schermo? 

Certo, esiste la possibilità di una lotta di minoranza che si affatica a trovare le incongruenze, a sfruttare gli occasionali errori e le imperfezioni di un sistema che, come tutti i sistemi di potere quasi onnipotenti, tende a diventare sciatto. Però la semplice verità è che questo tipo di lotta richiede energia, intelligenza, coraggio, capacità di resistere all’isolamento e alle frustrazioni, tutte qualità che sono e saranno sempre patrimonio di esigue minoranze. 

Il maggior risultato di questa costruzione di un edificio costante di menzogne non è tanto la ferrea persuasione ideologica dei più, ma la caduta in discredito della realtà (di quella che viene fatta passare per tale). Tolta la minoranza dei combattenti, grosso modo la popolazione sottoposta a questa “cura Ludovico” king-size si divide in due grandi gruppi. 

Da una parte ci sono i conformisti arrabbiati, i nuovi bigotti del politicamente corretto, i progressisti fobici, i benpensanti militanti che, forse perché percepiscono la fragilità del loro mondo di credenze ufficiali, vi si aggrappano in modo virulento e cercano di obliterare e screditare e azzannare chiunque vi si opponga anche marginalmente. Per rifarsi ad una vecchia categorizzazione di Umberto Eco, questi sono al tempo stesso apocalittici e integrati: sono completamente integrati nel sistema e lo sostengono con la ferocia apocalittica dei millenaristi. Sono gente che sembra aver già inserito nella propria corteccia il microchip dell’indignazione morale permanente, e che la applica rigorosamente al solo catalogo approvato dai datori di lavoro. Questi “Guardiani dell’Illusione” probabilmente avvertono ad un qualche livello che la finzione è tale, ma è proprio solo la finzione a dargli conforto, calore, intrattenimento, denaro e come per la zecca il mondo si conclude dove essa può annidarsi e succhiare sangue, così questi si attestano nella loro nicchia ecologica che gli consente di passare dalla culla alla tomba senza troppi grattacapi.

Dall’altra parte esiste una grande massa scettica, che ha capito abbastanza da non credere a ciò che passa il sistema, o a crederci con mezzo cervello, ma che non ha l’energia, o la preparazione o il coraggio per cercar di ottenere un diverso accesso alla realtà. Questi rappresentano la più grande vittoria del sistema, che facendone degli scettici disillusi senza speranza ne disinnesca ogni potenziale pericolosità. Nelle nuove generazioni questa vittoria tende ad essere totale: rinchiusi in piccoli mondi pret-a-porter, brandizzati, la parte più sveglia della gioventù riesce solo a credere fermamente che non si possa credere a niente, e in nulla (quella meno sveglia sogna unicorni fluidi ecosostenibili).

Siamo nuotando in una boccia di pesci rossi, con i vetri dipinti di colori sgargianti, in caduta libera, contando sul fatto che il pavimento non arrivi mai.

Ma la realtà non cessa di esistere per il fatto di essere rimossa. Semplicemente come sempre avvenuto nella storia, quando ci si allontana troppo e troppo a lungo da essa, farà sentire la sua voce spezzando la schiena al nostro mondo di filtri e schermi, di millenaristi a gettone, di solipsisti enervati.  Non illudiamoci però, nessuna Rivelazione, nessuna confortevole Illuminazione ci aspetta. Ci sono rare epoche in cui la verità prova a filtrare come un messaggio (la “buona novella”), ma di solito essa si fa spazio nella sua forma originaria e primitiva, come schietta catastrofe. (E peraltro anche la buona novella dovette attendere il collasso di un impero per diffondersi). 

La bolla di Andrea Zhok su Sfero

Pubblicato il 27 dicembre 2022 alle 11:24

25 dicembre 2022

Ha appena scoperto che il locale segretario del PD, travestito da Babbo Natale, gli ha rubato i giocattoli

Motivazione fornita: devo darli ai bambini poveri dell’Africa.

15 dicembre 2022

Sic transit

“Il tracollo di Bruxelles legato ai fondi qatarioti è un colpo micidiale alla retorica europeista la più bolsa, esercizio nel quale eccellono in una parte del centrosinistra. Le ong, da Panzeri al caso della famiglia Soumahoro, hanno visto tempi migliori. Sulle rotte di migrazione nel Mediterraneo non tarderanno, scelta la via media della provocazione sorvegliata o attenuata, a esigere le loro ragioni europee, i nemici dell’immigrazione clandestina o illegale.”

[…]

“Visto che al governo Meloni sta riuscendo, almeno provvisoriamente, di imporre una nuova normalità, un comando abbastanza felpato e ortodosso in politica internazionale e di sicurezza, visto che al di là di oscillazioni, forzature gaffe e marce indietro, la destra si è messa al centro delle istituzioni captando un’atmosfera italiana media invece di ripetere i clamorosi errori del contratto e del Papeete, non ha senso per nessuno limitarsi alla ridefinizione identitaria, bisognerebbe competere sul terreno che chi governa ha scelto di praticare, buca contro buca, allo stesso tavolo da biliardo.”

I brani esposti qui sopra sono del sig.Ferrara, celebre per la sua intelligenza.
Sic transit.

10 dicembre 2022

Mi era rimasto questo eccezionale brano nello scanner

(Paolo Isotta, Il Ventriloquo di Dio, Rizzoli 1983)

Simili concetti, riferiti alle sole arti figurative, sono esposti da Tom Wolfe, Come ottenere il successo in arte (The Painted Word, 1975) – Allemandi, che Isotta potrebbe aver letto prima di scrivere il suo libro.

7 dicembre 2022

Solita ovazione del proletariato milanese

4 dicembre 2022

…e se non mi accettate il POS, io vado su Amazon, brutti evasori!

1 dicembre 2022

In onore di Flavio