Archive for dicembre, 2015

27 dicembre 2015

Talvolta intere società e intere classi reagiscono come individui e gruppi: chiudono gli occhi davanti alla realtà quando avvertono che essa contiene una sfida, o addirittura credono di esorcizzarla tacendo le parole e i concetti capaci di interpretarla. (Alessandro Cavalli, dall’introduzione al Capitalismo Moderno di Werner Sombart, 1902).

La parola “capitalismo” fu sdoganata nei circoli culturali borghesi solo all’inizio del secolo XX, soprattutto per opera, appunto, di Sombart e di Max Weber. Naturalmente, l’impresentabilità del termine derivava, allora, dall’uso che ne aveva fatto Marx. La novità dei sociologi (Sombart più timidamente, Weber con forza e anche naturalezza) fu di trattare il termine “capitalismo” in modo fra il neutro e il positivo. Si sviluppava quindi un fronte laico, contrapposto a quello ideologico-religioso, che associava il capitalismo all’utilità sociale. E’ vero che Sombart proveniva da una intellettualizzante adesione giovanile al socialismo, ed è parimenti vero che Weber insiste continuamente sulla neutralità delle sue argomentazioni: un sociologo è un osservatore, non un partigiano. Ma la sua comparazione fra l’etica economica protestante e quella cattolica non lascia dubbi: Weber sposa la prima, e Sombart gli è a ruota. Si deve notare che, nel suo famoso saggio, Weber non si riferisce mai a Marx, ma quasi esclusivamente a testi teologici o comunque di etica religiosa. D’altra parte, il vespaio suscitato dalle tesi weberiane non si spiegherebbe, nella sua durata e intensità, se si trattasse semplicemente di ricondurre un comportamento economico alle tesi di qualche moralista dei secoli dal XVI al XVIII: moralisti che afferivano, tra l’altro, a correnti minoritarie e/o caduche anche nell’ambito del mondo protestante. Ciò che infastidiva erano i due concetti di “etica” e di “spirito”, associati al capitalismo. Meno scandaloso Marx, come l’evoluzione successiva del pensiero economico cattolico ha mostrato chiaramente. I critici cattolici di Weber insistono sulle cause cultural/geografiche, contrapposte a quelle teologiche: senza rendersi conto che, in questo modo, contrappongono allo spirito del capitalismo una visione della società basata sul familismo amorale, la burocrazia parassitaria, la rendita di posizione, l’assistenzialismo rapace. Per tacere delle contiguità criminali.

17 dicembre 2015

Il Danubio è grigio

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Credevo che Claudio Magris, l’uomo più noioso d’Italia, fosse almeno colto. Invece, il patetico entusiasmo col quale scopre che alcune famose citazioni sono apocrife mi fa dubitare anche di quello. Tutti sapevamo, da prima che Magris ce lo rivelasse, che Voltaire non ha mai scritto la frase-simbolo della tolleranza, che Galileo non disse “eppur si muove”, e che la frase su cultura e pistola non è veramente di Goebbels. Quello che forse non tutti sapevamo è che “la frase mai pronunciata da Galileo fu inventata, come ormai è risaputo, dallo scrittore italiano Giuseppe Baretti nel 1757, con lo scopo di creare il mito di una Chiesa oscurantista e incapace di aprirsi alle nuove scoperte scientifiche”.
Monnezza, che Magris, a dire il vero, attribuisce tra virgolette a certo Adriano Ausilio, il quale avrebbe scritto qualcosa sulle citazioni sbagliate. Ma il contesto laudatorio fa sì che Magris avalli la monnezza. Evidentemente sa poco di Baretti, e nulla della Chiesa della Controriforma.

8 dicembre 2015

SPAM

Messaggio del Papa ai non credenti.

Indesiderato.

7 dicembre 2015

La Prima

Ho cominciato a vederla dalle ultime battute del secondo atto. Adesso sono al quarto, e annoto quella che resterà l’unica impressione su un’opera  che non conosco abbastanza. C’è un grande divario fra voci e orchestra. Chailly è il migliore acquisto della Scala dai tempo di Abbado.