Non guardo i talk show, figuriamoci i talk show mattutini. Ma oggi mi è toccato stare con una persona che aveva il televisore acceso su La7. Mi sono quindi sorbettato un talk show dove, a parte il conduttore, c’erano:
- Un deputato della Repubblica ventisettenne, naturalmente grillino;
- Un deputato del PD ben più che ventisettenne, ma tinto e truccato nell’intento di apparirlo, di nome Boccia
- Una megera sindacalista di età compresa fra i 59 e i 99;
- Un tizio che interveniva in collegamento, molto somigliante allo storico reggicoda di Santoro, e che qualcuno chiamava “professore”.
A parte il noto Boccia, non conosco i nomi degli altri quattro (compreso il conduttore) né desidero conoscerli. Parlavano di manovra di bilancio, e in particolare di reddito di cittadinanza. La cosa che colpiva è che, sia pure formalmente critici del giovane grillino e del governo, in realtà erano tutti d’accordo: il reddito di cittadinanza ci vuole, eccome. Semmai, da parte dell’aspirante giovane Boccia, c’era il rimpianto di non averlo fatto lui, nel senso che non l’avesse fatto il PD. In buona sostanza, ciò che tutti desideravano era una bella alleanza col grillino, che scalzasse la Lega.
Che c’è di strano? Nulla, dal punto di vista politico. La smania di fare cose di sinistra con i grillini è, praticamente, l’unico punto programmatico del PD non renziano. Ciò che mi ha sconvolto è l’improntitudine di organizzare un “dibattito” in cui tutti erano d’accordo, e di mandarlo in TV. Il comune senso del pudore ha spostato le frontiere.
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