Archive for settembre, 2023

23 settembre 2023

Celebrare il defunto: che c’è di meglio di un buon articolo?

Pubblichiamo questo articolo del compagno Giorgio Napolitano, membro della Direzione del PCI e responsabile della Commissione culturale, che comparirà sul prossimo numero di «Rinascita».

Anche se il clamore suscitato dall’arresto di Solgenitsyn è venuto calando, dopo la decisione delle autorità sovietiche di privarlo della cittadinanza e dì espellerlo dall’URSS; anche se alcuni giornali sono rapidamente passati dai toni declamatori e drammatici a quelli, bonari e fatui, delle curiosità sullo «shopping» di Solgenitsyn per le vie di Zurigo o sulle cospicue somme da lui accumulate, grazie ai diritti d’autore, nelle banche svizzere, nessuno più di noi sente la necessità di ritornare sui problemi che il grave caso dello scrittore sovietico ha posto e pone. E’ proprio a noi che tocca compiere uno sforzo di riflessione seria e oggettiva, visto che da tante altre parti, anche e in particolare nel nostro paese, ci si è, nei giorni scorsi, preoccupati essenzialmente di alzare il solito polverone propagandistico, di sfruttare l’occasione per una polemica a buon mercato sull’URSS, sul comunismo e perfino (si pensi a quel che hanno farfugliato i giornali del PRI e della DC) sul PCI.

Non è facile, certo, vogliamo dirlo, superare il senso di fastidio politico e morale che hanno sollevato in ciascuno di noi questa scoperta strumentalizzazione del caso Solgenitsyn, questa dilatazione acritica e forsennata – da parte di alcuni – di una vicenda indubbiamente significativa e preoccupante ma non tale da giustificare la scelta di chi le ha dato, nelle trasmissioni del telegiornale, la precedenza su ogni altro avvenimento internazionale e nazionale, questo cieco rilancio in certi casi – delle immagini più fosche della propaganda antisovietica. Ma questo legittimo senso di fastidio non ci impedisce di entrare nel vivo dei problemi reali a cui il caso Solgenitsyn ci richiama: anche se dopo aver ristabilito alcune indiscutibili verità.

Il punto di rottura. La prima di queste verità – che va decisamente ribadita, dinanzi alla contrapposizione di comodo tra «mondo comunista» e «mondo libero» – è quella relativa non solo ai pesanti condizionamenti oggettivi che la struttura economico-sociale capitalistica e la crescente concentrazione monopolistica fanno gravare sull’esercizio della libertà di espressione, ma anche ai limiti che lo stesso riconoscimento formale di questa libertà tuttora presenta in Italia. Lelio Basso – in un articolo pure apertamente critico nei confronti, dell’URSS – ha giustamente reagito all’esaltazione – da chiunque venga, anche da Sacharov – della «libertà occidentale», ricordando come il capitalismo e l’imperialismo tendano a ridurre l’uomo a semplice congegno di una macchina disumana e a manipolarne la coscienza. «Chi crede nei supremi valori di spiritualità e di libertà» – diciamo perciò all’on. Piccoli – ha molto da fare innanzitutto nel proprio paese, in Italia, contro le degenerazioni provocate dallo sviluppo monopolistico e dal sistema di potere della DC nei rapporti sociali ed umani e nel costume, contro gli arbitri padronali, contro gli abusi polizieschi e giudiziari, contro la sopravvivenza di norme giuridiche fasciste che colpiscono, come «vilipendio» delle istituzioni, i reati di opinione. (segue a pag.2dovete prima cliccare sul titolo del post)

17 settembre 2023

Riemersioni

La prosa qui sopra è di Stefano Folli, ed appare su uno dei giornali della Famiglia Agnelli-Elkann. Quando si dice La Voce del Padrone.

Riassumendo: per un anno, la signora Meloni si è volonterosamente messa a ponte, sforzandosi non solo di obbedire, ma di prevenire i desideri dell’establishment europeo e americano. Chiedeva una sola cosa: che non le facessero fare una figura troppo brutta sul fronte dei migranti. L’hanno prima menata per il naso, e poi umiliata. E adesso che cerca disperatamente di recuperare un po’ di dignità, la minaccia è il commissariamento, in stile Monti/Draghi, ma nella persona del Conte Gentiloni.
(Il discorso si potrebbe ripetere per la povera Schlein, se ne valesse la pena).

16 settembre 2023

La Signorina miete consensi anche fra i maschi non tossici

9 settembre 2023

Le foto rubate e il ministro buono

TEMA: Significare a Crosetto che lui è dei nostri

SVOLGIMENTO (ISTRUZIONI PER): ricerca di commenti giornalistici che esprimano pregiudizi patriarcali del tipo: “donna bella + maschio ricco = matrimonio di interesse = mignotta”. In assenza di riscontri, citare genericamente “i social”, specchio degli italiani paternalisti. Nel periodo successivo, elevare il presunto brusio a “querelle”. Concludere con lodi al comportamento del ministro, composto nonostante le pesanti provocazioni, e persino ironico.

VOTO: 6+ . Si delinea chiaramente la bontà del Ministro, nonostante appartenga a un governo cattivo. Ma meglio fece Gramellini con i nazisti buoni del Battaglione Azov.