Archive for gennaio, 2013

9 gennaio 2013

Don Chisciotte in libreria

1201_quixote_01A Milano c’è una moria di librerie, che provoca retorici articoli sui giornali. Il signor Ulrico Hoepli, rampollo di una gloriosa dinastia, asserisce che l’affossatore è Amazon. Naturalmente è vero, come è vero che il personal computer ha affossato le macchine da scrivere, la fotocopiatrice ha affossato la carta carbone, il fucile ha affossato l’alabarda. Rimanendo sulle professioni, ne sono sparite centinaia nell’ultimo secolo, e alcune hanno fatto tempo a nascere e sparire in pochi decenni: per esempio, i riparatori di televisori.

L’argomento era già stato discusso anni fa sul vecchio blog, in un thread che mi pare ancora interessante. A quel tempo dicevo che era assurdo limitare per legge gli sconti sui libri, con la motivazione che questo avrebbe favorito le “piccole” librerie. Le difficoltà incontrate oggi dalla libreria Hoepli di Milano mi pare confermino quell’idea. Dicevo anche che la figura del libraio illuminato e colto, che dà preziosi consigli, è ormai scomparsa, e c’è da dubitare sia mai esistita, salvo pochissime eccezioni confinate alle grandi città.

 Io non sono contento se chiude una libreria e al suo posto apre l’ennesimo, insulso negozio di abbigliamento. O, peggio ancora, se il negozio rimane sfitto. Tuttavia, il mio dispiacere non può farmi dimenticare che anche il libraio è un intermediario. L’intermediazione, che ha un costo, è socialmente giustificata se produttore e consumatore non si possono altrimenti incontrare. Ma, anche e soprattutto, se il prodotto esiste.  Il libraio, come, per esempio il benzinaio, intermedia un bene fisico. Ma se avessi un’auto elettrica, dal benzinaio non ci andrei. Parimenti, se voglio un ebook, dal libraio non ci vado. Quanti libri cartacei saranno venduti nel 2023? E quanti giornali cartacei? I librai oggi sono difesi da sonnacchiosi giornalisti della carta stampata. Ma i giornalisti della carta stampata, chi li difenderà? E gli edicolanti?

 Io mi guardo intorno, e vedo tanta gente aggrappata alle rendite di posizione. Ma per quanto tempo?

2 gennaio 2013

Dunque, dicevamo

Quest’anno il concerto da Venezia non l’ho proprio visto. Quello da Vienna, sì. Dopo due anni è tornato lo stesso direttore. Rimando perciò al commento di due anni fa.

Aggiungo una considerazione. E’ consuetudine dei Philharmoniker di inserire nel concerto gag e lepidezze in puro stile Austria Felix. Si sopportano sempre, ma quest’anno hanno valicato ampiamente la soglia del dolore.

Prosit.