Obbligatorio
A conversation with entrepreneur and investor David Sacks on protecting civil liberties in the digital public square.
Bari Weiss
Stravinsky a 85 anni
Like childhood-my childhood-old age is a time of humiliations. For me the most disagreeable is that I cannot work long at sustained high pressure and with no leaks in concentration. But there are others. My slips in writing are frequent now, and my manuscripts have to be vetted. This is ‘understandable in a man of his age’, people say, but it disturbs me, understandable or not. So is my hide-and-seek memory, now in hiding more often than not. I have orchestrated the same page twice, greeted perfect strangers in Russian, and performed other equally scatterbrained acts. Coué would have said that Nature is protecting me, in reducing my power to retain the nugatory. But I prefer not to need the shelter. One night last week I dreamed a new episode of my work-in- progress, but realized, when I awoke, that I could not walk to my desk to write it down and that it would be gone by morning; in that instant I wondered for the first time how much longer it will be before I shall have to close down as a composer al- together.

Noi, il Dottore, gli squadristi
Per anni su questa e altra piattaforma si è svolta una tenzone tra i redattori del defunto blog “Topgonzo” e il Dottor Castaldi, o Malvino. Questa tenzone, le cui cause scatenanti si perdono nella notte dei tempi, non fu aliena da colpi bassi, e si protrasse fino a lasciare il passo a sincera stima, forse ricambiata. Parlo a titolo personale, visto che Topgonzo era un blog collettivo, e non mi sono procurato l’avallo dei colleghi.
La ragione per cui ne parlo non è fare la storia della nostra relazione col Dottore, ma confrontare quel tipo di polemica con quello vigente oggi sui SN, che definirei squadrismo virtuale: e per questo, nulla di meglio che esemplificare con una disputa che oggi, su Twitter, ha coinvolto il Dottore. Metto qui sotto il thread. Se qualcuno dovesse obiettare che è un caso isolato, quel qualcuno, evidentemente, non sarebbe un frequentatore dei social networks, né, sospetto, dei suoi concittadini in carne e ossa.

Sta diventando un vizio, lo so. Ma insisto: se uno dice cose giuste, lo si deve riconoscere, fosse anche il Papa
Nato per mentire
- Il Fatto Quotidiano
- 15 Mar 2022
- » Marco Travaglio
Sempre premesso che Putin è il nuovo Hitler, per giunta con le metastasi al cervello; premesso che in Ucraina non esistono più nazisti da quando i nostri giornaloni hanno rimosso gli articoli sulle svastiche del battaglione Azov e simili opere pie; premesso che le bombe al fosforo fanno male se le usano i russi, mentre quando le sganciavano gli italiani a Fallujah erano manna dal cielo; ecco, premesso tutto ciò, domandiamo per un nostro amico un po’ duro di comprendonio: ma perché non si può stare toto corde col popolo ucraino aggredito da Putin e dire “né con la Nato né con Putin”, visto che tutti ripetono (tranne Putin) che la Nato non c’entra nulla con l’ucraina e che l’apparentamento fra l’una e l’altra è una fake news del pazzo del Cremlino? Il nostro amico è rimasto spiazzato dai titoli “Attacco ai confini della Nato”( Stampa), “Bombe sulla Nato”( Giornale), “Strage ai confini della Nato” (Corriere), “Guerra ai confini della Nato: missili sulla base di addestramento” (Rep).
Si riferiscono ai 30 missili russi che hanno distrutto il cosiddetto International peacekeeping and security center di Yavoriv, a 25 km dal confine polacco: una base militare di 390 kmq, brulicante di soldati ucraini e occidentali. Washington ha subito minacciato rappresaglie per “difendere il territorio Nato”: e non si vede a che titolo, visto che ha escluso di avere “militari coinvolti” né lì né nel resto del Paese. Ma s’è scordata di avvisare la sua ambasciata a Kiev, che ha twittato un peana ai “soldati eroici di Usa, Polonia, Lituania, Regno Unito, Canada e altri che addestravano le forze ucraine” e smistavano le armi made in Usa e in Ue. Il che dimostra che, in barba alla ridicola risoluzione del Parlamento italiano, inviare armi non porta alla “de-escalation”, ma all’escalation. Non solo. Quella di Yavoriv è una base Nato camuffata: dal 1995 è segnalata sul sito della Nato e ha ospitato tutte le esercitazioni Nato anti-russia. Infatti il Giornale la definisce “sede Nato”, La Stampa più pudicamente un “centro di addestramento utilizzato anche dalla Nato”. Insomma: più che i confini della Nato, i russi han bombardato la Nato. Che sta da 27 anni in Ucraina, pur assicurando di starne fuori. È una notizia coi fiocchi, che dovrebbe far arrossire chi nega qualsiasi nesso fra Ucraina e Nato e iscrive al “partito di Putin” chiunque osi dire il contrario. Ed è la prova che i migliori amici del popolo ucraino non sono quelli che stanno “con la Nato contro Putin”. Ma quelli che non stanno “né con la Nato né con Putin”. Far parte della Nato presenta almeno il vantaggio che, se ti attaccano, gli altri soci ti difendono. Se invece ti tieni la Nato in casa nascosta in cantina, ti attaccano e non ti difende nessuno.
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