Archive for febbraio, 2023

28 febbraio 2023

Orgoglio

Apprendo che la IULM, non l’ateneo più prestigioso, ma insomma, ha conferito la laurea honoris causa al sig. Claudio Magris. Poiché detengo un record assoluto, ossia avere letto ben 44 pagine di Danubio prima di cedere alla noia, depongo qui la prova del mio exploit, in attesa di congruo premio.

27 febbraio 2023

Peccato non essere premium

Guardando i sostenitori di Elly, mi viene in mente Pasolini: *Per questo provoco i giovani: essi sono presumibilmente l’ultima generazione che veda degli operai e dei contadini: la prossima generazione non vedrà intorno a sé che l’entropia borghese.”

Mi si può obiettare che non ci sono molti giovani intorno a Elly. Appunto: lo erano al tempo di Pasolini. Ma non si sono lasciati provocare.

22 febbraio 2023

Che Merlo!

Il dramma del 41-bis di Messina Denaro è restare lontano dai suoi amati talk-show “pacifisti”

  • Il Foglio Quotidiano
  • 21 Feb 2023
  • DI SALVATORE MERLO

Uno però se lo deve anche immaginare. Stava a casa. Latitante. A Campobello di Mazara. Annoiato come una casalinga di Sex and the City (di cui non a caso aveva il cofanetto dei dvd). Perciò, dopo essersi sparato i cinquanta libri che aveva in camera da letto, tra cui un’assai dubbia biografia di Vladimir Putin, la sera che faceva secondo voi Matteo Messina Denaro? Ma accendeva la televisione, ovviamente. Come tutti. Stravaccato sul divano. Tipo Maccio Capatonda, il comico interprete del film “Italiano medio”. Come Carlo Calenda, senza calzini. Ed ecco allora il bagliore della tv a rischiarare il soggiorno. Rete4, Rai3, La7. Ecco Mario Giordano, Bianca Berlinguer, Marco Travaglio, Alessandro Orsini… Tutti modelli di informazioni oneste e di coscienziosi ragguagli. Così, il vecchio pluriomicida, il capomafia che ordinò di ammazzare e sciogliere nell’acido Giuseppe Di Matteo, un bambino di dodici anni, inorridiva scandalizzato per i morti “causati da Zelensky”. E discuteva di politica estera con una sua amica. Anzi, discuteva proprio di geopolitica. Su Whatsapp. E lo faceva nei termini in cui se ne discute in tv. “So che tu sei pro Ucraina”, le diceva. “Io invece sono pro civiltà”, precisava. “Ma gli ucraini hanno torto”, premetteva. “Il primo di tutti è questo pseudo presidente Zelensky che sta facendo morire un sacco di civili per fare il megalomane”. Quindi, per convincerla, l’assassino di Capaci le mandava anche i link degli interventi di Michele Santoro in tv. “Non è Putin che vuole mettere i missili in America, è il contrario: sono gli americani che vogliono mettere i missili da Putin”. Un po’ Diego Fusaro e un po’ Alessandro Di Battista. Parole in libertà (provvisoria). Con l’unica differenza che quelli parlano in tv a getto continuo, mentre il boss annoiato comunicava i suoi pensamenti a tarda notte, accasciato sul divano di casa, e cercando probabilmente di sedurre questa sua interlocutrice. Con un’aria da grande saggio. “Devi tenere conto che io ormai ho un’età vetusta”, le diceva. “Non ho vissuto nel salottino con le ciabatte”, ammiccava. “Io sono un tipo che ilmondo lo ha calpestato, anche malamente”, quasi confessava. “Io la vita l’ho vissuta, quindi ne ho di esperienza”. Ecco. Tipo Orsini: “Sono un esperto in rivoluzioni e un esperto in repressioni. E so esattamente quali tasti premere. Io vi muovo e vi faccio andare nelle direzioni che io reputo opportune”. A chi non è venuto di pensare: “Se questo qui ha tanta fortuna sparando scemenze, perché non ci devo provare anche io”? Ecco. Lo deve aver pensato anche Messina Denaro. Al punto d’avere adottato, con la sua amica, pure l’intercalare tipico del tele-radio complottista: “Questo in televisione non lo dicono”. Formula di geniale surrealtà pronunciata dai mattocchi del talk-show mentre parlano senza sosta in televisione di quelle cose di cui però, secondo loro, non parla mai nessuno. Per farla breve, il prossimo passo è tirare fuori Matteo Messina Denaro dal 41-bis per rinchiuderlo tosto nella gabbia di un bel talk-show. Il posto suo. Peccato che si sia vaccinato tre volte. Unica pecca.

Cioè, in pratica: non è più sufficiente dare del putiniano. Mafiosi, siete!

19 febbraio 2023

Italians a pranzo

Tralasciamo il resto e concentriamoci sulle parole sottolineate. Due bicchieri di vino e due caffè sarebbero stati fatti pagare 55 euro. Considerato che il conto lo pagava il Corriere, lasciateci sospettare che i bicchieri fossero in realtà bottiglie, e che il dettaglio sia ad usum administrativum. Abito in zona, e vedo spesso il Severgnino seduto nelle locali mescite. Sommando due più due, non credo che si soddisfi con un bicchiere a pasto, e che i prezzi del ristorante (l’ho individuato, e potrei consultare il menu) siano quelli.
A meno che non abbiano bevuto due litri di caffè.

14 febbraio 2023

Epistocrazia?

Nel 1994, subito dopo la vittoria di Berlusconi, Elvira Sellerio ordinò la ristampa dell’Apologia di Socrate, con introduzione di Luciano Canfora. Il senso dell’operazione editoriale (piuttosto intellettualizzante) era di sottolineare come la democrazia potesse generare mostri.

La tesi ha continuato a circolare sottotraccia, emergendo allo scoperto in occasione delle vittorie di Berlusconi alle elezioni. Oggi riemerge con un dimenticato vigore dopo la -peraltro scontata- sconfitta della sinistra alle elezioni regionali.

Si è esposto per primo Calenda, il quale, a domanda diretta dell’intervistatore, ha risposto che sì, gli elettori hanno sbagliato, e lui non ha timore a dirlo. Dietro Calenda, una falange di twittatori e similari, inclusi molti personaggi noti al pubblico, i quali rimarcano l’assurdo comportamento degli elettori lombardi, e un po’ meno, chissà perché, di quelli laziali.

La principale differenza rispetto alle altre volte è però che nessuno ha il coraggio di pronunciare la magica parola: “teledipendenza“. E ci credo: gli elettori anzi hanno dimostrato di strafottersene dei messaggi televisivi, subliminali o meno.

Sarebbe però ora che si decidessero, tutti quanti: o il popolo è bue, e allora le elezioni sono ludi cartacei da abolire, perlomeno nella forma di suffragio universale, per essere sostituite da una forma di epistocrazia. Oppure il popolo è sovrano, e, insomma, la Costituzione obbliga all’uno vale uno. Basta mugugni, perché è stato ribadito dal sacro palco di Sanremo che si tratta della costituzione più bella.

10 febbraio 2023

La Nuova Resistenza

In sostanza: la sinistra elkanniana è disperata. Il PD non serve più. Occorre attaccarsi a Mattarella, puntellandosi da un lato sulla teledipendenza (già berlusconiana) e dall’altro sull’antisalvinismo. Invenzioni come la Nuova Resistenza e la RAI sovranista sono, probabilmente, ballons d’essai che servono a testare la reattività del pubblico. Il problema è che chi legge Merlo non è il 62% di telespettatori, per definizione composto di analfabeti. Che reattività alla parola scritta possono avere?

7 febbraio 2023

Veloci, ascoltate prima della censura

5 febbraio 2023

Apperò