
Se gli elettori del Collegio Milano 1 mandano giosamente al Parlamento tal Bruno Tabacci, perché sorprendersi dell’insistito, fastidioso applauso all’altro democristo, tributato ieri dai più abbienti del Collegio? Non mi sorprendo.
Sono più sorpreso di ascoltare una bella Tosca alla Scala, e, ancora di più, di vedere una bella Tosca, nel senso che la regia e le scene, sia pure qua e là con qualche pompierismo, erano più che soddisfacenti, e in alcuni passaggi, specie del primo atto, davvero rimarchevoli. Direi un buon esempio di come si possano sfruttare le tecnologie attuali senza scadere nel dozzinale: si veda, ad esempio, il diffondersi del colore sulla Maddalena dipinta da Cavaradossi, oppure l’ardito animarsi degli affreschi di Palazzo Farnese.
I tre protagonisti mi sono sembrati eccellenti. La Netrebko è la mia preferita da molto tempo, e l’errore del secondo atto, con smorfia, non fa diminuire il mio apprezzamento. Molto bravo Luca Salsi (Scarpia) che ha avuto la presenza di spirito di accompagnare l’errore della Netrebko, per renderlo accettabile. E comunque molto bravo per tutta l’opera, e dotato di physique du rôle. Il maestro Chailly è una sicurezza, sempre.
Tosca è opera di franco anticlericalesimo d’epoca, e nulla è stato fatto per nasconderlo. Anche questa è una bella cosa.
[Filippo Facci: “Bisogna spiegare a Mattarella che dev’esser lui a interrompere gli applausi dei lemuri, magari sedendosi, sennò quelli non la smettono”]
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