Archive for luglio, 2018

22 luglio 2018

Xenofobia

Il-riallestimento-della-sala-XXII-della-Pinacoteca-di-Brera

Poiché sono un frequente frequentatore della Pinacoteca di Brera, non posso fare a meno di apprezzare il riallestimento interno, che sta portando all’esposizione di un numero superiore di opere, in un contesto e in un’organizzazione assolutamente migliorate: sotto il profilo estetico, della presentazione, della sequenza espositiva e del materiale descrittivo e esplicativo.

Il merito non può che essere del direttore canadese James M. Bradburne, che è a Brera dal 2015. Devo ammettere, non senza turbamento, che la scelta del ministro Franceschini di inserire direttori stranieri in alcuni grandi musei mi pare lodevole. Lo dico con fatica, ma lo dico.

Che dire, invece, delle furiose battaglie a colpi di carte bollate da parte di esclusi di minor valore, ma in possesso di carta di identità italiana? Queste battaglie erano unicamente basate sulla difesa della carriera degli italiani, e, in subordine, dei cittadini comunitari. Certo si tratta di sovranisti xenofobi, di odiatori dell’extracomunitario, di paurosi del “diverso”. Pare sia pieno di salviniani, tra i dirigenti del Ministero dei Beni Culturali, ossia fra gli intellettuali.

17 luglio 2018

Keynes e il protezionismo

keynes7

Quanti sono i keynesiani da bar sport, che inorridiscono di fronte alla parola “protezionismo”, a sapere che, dopo un esordio da free-trader, Keynes fu, a partire dal 1930, sostenitore delle tariffe doganali?

Questo articolo potrebbe aiutarli. Se sapessero leggere.

17 luglio 2018

A chi dare il 5 per mille? Diamine: a chi fa accoglienza

Screenshot (13)

Si suggerisce la Comunità Oasi 7, il cui fondatore,  Antonio Zanotti fr. capp., dichiara:

Da sempre la nostra missione è stata chiara: accogliere, guarire e amare i meno fortunati. Ad oggi all’interno del gruppo Oasi 7 si trovano diciotto comunità, di cui diciassette in Italia (precisamente in Lombardia) e una in India, nella Diocesi di Eluru. Ci impegnamo tutti i giorni in vari ambiti dell’accoglienza: da quello psichiatrico, alla cura delle tossico dipendenze, sino ad arrivare all’accoglienza dei migranti in attesa dell’esito delle richieste d’asilo e aiutiamo concretamente chi è in difficoltà con programmi specifici.

Pare che esistano programmi specifici anche per le difficoltà di erezione dei migranti.  Dal racconto di uno dei giovani che hanno denunciato gli abusi:

Il giovane entra nei dettagli, descrive le avances del frate, le altre richieste: «Mi costrinse a prendere del Viagra. Mi diceva sempre: “Ci vogliono i soldi, caro mio, io ne ho tanti e tu non hai niente”.

NOTA: L’ illustrazione del post è uno screenshot dal sito del Gruppo Oasi 7: è la prima schermata che si apre cliccando, nel menu a sinistra, sulla voce “Accoglienza“.

8 luglio 2018

Ne avvertì i rischi. Lui.

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Ecco, dalla pagina dei commenti del Corriere della Serva, l’analisi storica della sconfitta del PD, fatta dal lettore ckc.digital:

Il primo errore lo fece Bersani quando non propose al duo Crimi-Lombardi di assumersi la p.d.c. pur di far partire la Legislatura che, avendo Bersani la maggioranza assoluta alla Camera, l’avrebbe potuta controllare benissimo (così scrissi all’epoca) …

Poi c’è stato Letta che aveva cominciato ad operare bene, vista la drammatica situazione. Ma il segretario del PD, Renzi, gli scrisse, non richiesto, “#enricostaisereno”, facendolo poi sfiduciare da un PD PRONO al capriccio suo e dei suoi (giglio magico)…

Da qui è cominciata la “discesa” dovuta in primis alla “slealtà” di R., quindi alla “arroganza” di trattare tutti come incapaci, proseguendo nel “racconto favoloso” di ciò che stava facendo al governo e addirittura di cambiare la Costituzione con una proposta…

come quella del PNF nel 1933. (e ne avvertii i rischi). Poi, dopo un patto con B. straccia tutto e non giustifica gli errori imputabili solo a lui, ma lascia intendere dovuti agli altri (il ramo segato…) Quando sarà SPARITO, il PD si riprenderà. NON PRIMA.

Notisi che nel PD ci sono opinioni controverse su Renzi, ma su una cosa sono tutti d’accordo: Bersani è un fesso.

8 luglio 2018

Il discorso che non sentiremo, ai funerali del sig.Vanzina

«Mi deprime. Lei forse vedrà più film italiani di me, ma quelli che ho visto negli ultimi tre anni sembrano tutti uguali. Non fanno che parlare di: ragazzo che cresce, ragazza che cresce, coppia in crisi, genitori, vacanze per minorati mentali. Che cosa è successo? Me lo dica lei. Ho amato così tanto il cinema italiano degli anni ’60 e ’70 e alcuni film degli Anni ’80, e ora sento che è tutto finito. Una vera tragedia». (Q.Tarantino)

8 luglio 2018

Promemoria (28.4.2011)

…nel giorno in cui si parla di rinnovo degli accordi del 2008 con la Libia.

I “buoni” in maglietta rossa potrebbero domandarsi: io dov’ero, e che facevo?

Vabbe’, “facevo” è un modo di dire. Più corretto chiedersi: “che indossavo“?

 

7 luglio 2018

Alfa Omega

Ancora alla fine degli anni ’70, i militanti comunisti che assistevano ai comizi ritmavano in coro:

VIVA IL PARTITO

COMUNISTA

ITALIANO

DI GRAMSCI

TOGLIATTI

LONGO E BERLINGUER!

Al tempo, la cosa mi pareva un po’, per dirla alla romanesca, trucida. Anche se non potevo fare a meno di apprezzare la longevità politica dei segretari.

Però oggi, che il partito erede del PCI ha eletto suo segretario uno che di cognome fa Martina, e di cui mi sfugge il nome, devo riconoscere che avevano ragione quei militanti a essere orgogliosi.

(Orgoglioni, forse).

5 luglio 2018

Giornalisti impauriti

In contrapposizione a un sottosegretario grillino, il sig.Calabresi, direttore di Repubblica, fa il suo elenco delle “ragioni che collocano l’Italia al quarantaseiesimo posto nella classifica della libertà di stampa”. Eccole:

“Perché abbiamo un numero record di giornalisti nel mirino delle mafie e della criminalità organizzata che vivono sotto scorta; perché nel nostro Paese la libertà di stampa è minacciata da un numero abnorme di querele fatte dai poteri politici e economici per intimidire chi fa informazione; infine perché da noi la diffamazione a mezzo stampa è un reato penale per cui è prevista la galera, caso unico in Occidente.”

Secondo me, il sig.Calabresi si dimentica la quarta ragione, quella che fa correntemente definire “pennivendoli” molti suoi colleghi. Ma restiamo alle tre che lui elenca. Riguardo alla prima, piacerebbe vedere quantificato il “numero record di giornalisti nel mirino delle mafie e della criminalità organizzata che vivono sotto scorta”, per poter calcolare quale percentuale degli iscritti all’Ordine si trova in questa condizione. Supponendo che i giornalisti non “nel mirino” siano la stragrande maggioranza, piacerebbe capire cosa limiti la loro libertà. Forse la risposta è nella seconda e terza ragione, che a me sembrano sostanzialmente la stessa: sembrerebbe che per Calabresi il timore di querele impedisca ai giornalisti di dire la verità. Una domanda sorge spontanea: anche il suo giornale tace la verità, o dice il falso, in quanto i suoi giornalisti sono intimiditi? E, se sì, come si concilia questo timore per le querele con la fiducia sempre ostentata nei confronti della Magistratura?