Poiché sono un frequente frequentatore della Pinacoteca di Brera, non posso fare a meno di apprezzare il riallestimento interno, che sta portando all’esposizione di un numero superiore di opere, in un contesto e in un’organizzazione assolutamente migliorate: sotto il profilo estetico, della presentazione, della sequenza espositiva e del materiale descrittivo e esplicativo.
Il merito non può che essere del direttore canadese James M. Bradburne, che è a Brera dal 2015. Devo ammettere, non senza turbamento, che la scelta del ministro Franceschini di inserire direttori stranieri in alcuni grandi musei mi pare lodevole. Lo dico con fatica, ma lo dico.
Che dire, invece, delle furiose battaglie a colpi di carte bollate da parte di esclusi di minor valore, ma in possesso di carta di identità italiana? Queste battaglie erano unicamente basate sulla difesa della carriera degli italiani, e, in subordine, dei cittadini comunitari. Certo si tratta di sovranisti xenofobi, di odiatori dell’extracomunitario, di paurosi del “diverso”. Pare sia pieno di salviniani, tra i dirigenti del Ministero dei Beni Culturali, ossia fra gli intellettuali.
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