Archive for gennaio, 2019

18 gennaio 2019

Meditare

11 gennaio 2019

Geniale

Trovata sul web, adattabile a mille circostanze

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10 gennaio 2019

Élites

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Secondo editoriale di EGDL in pochi giorni: e il secondo provvisto di ragionevolezza. Parla male delle élites, che hanno provocato la crisi attuale. Però:

1. Descrive la malattia (parla proprio di virus) ma non prende neanche in considerazione le cure, come se stesse parlando della peste nera e dell’inadeguatezza dei rimedi adottati nel medio evo.

2. Non definisce le élites che critica.

Ambedue i punti testimoniano la sostanziale limitazione della libertà di parola aperta a un collaboratore della stampa mainstream (ossia epressione delle élites). E’ un truismo, ma vale la pena di ribadirlo, perché il Pensiero Unico ama travestirsi da oratore all’angolo di Hyde Park.

La mia opinione è che la semantica sia importante. La parola élite è in breve tempo giunta a definire una cosa diversa da prima. Su un mio vecchio dizionario francese-italiano, trovo la traduzione: “fior fiore“. Oggi, invece, il significato corrente è: “gruppi di potere che agiscono in modo opaco per mantenere e accrescere situazioni di privilegio e influenzare la società globale

Se Galli Della Loggia è d’accordo che le élites facciano ammalare il mondo, a mio parere non dovrebbe opporsi pregiudizialmente a operazioni di disinfestazione, per quanto possano apparire rozze a un raffinato come lui.

 

2 gennaio 2019

Sentirsi esclusi

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Magari qualcuno ne andrebbe orgoglioso, ma io sono preoccupato. Vedo questa roba, e mi rendo immediatamente conto che:

  1. Non so chi sia Ilenia Lazzarin e, di conseguenza, Raul —- pardon, Raoul
  2. Non so chi sia Viola,
  3. Non so cosa sia Un Posto al Sole, a meno di ricorrere a riferimenti del Ventennio
  4. Posso solo augurarmi che si tratti di roba nuova.

Poi clicco, e ricevo la mazzata finale. Questa serie TV è alla 5millesima puntata, e esiste dal 1986, senza che io ne avessi notizia. Non posso neanche dare la colpa all’età che avanza.

 

1 gennaio 2019

Lui è il migliore

Può la macchina sostituire l’uomo (o la donna)? La domanda corre da secoli, e molto probabilmente avrà una risposta positiva durante il secolo corrente. Per quelli di noi che non sono sicuri di essere vivi quando la risposta verrà, possiamo derubricare la domanda a: può la macchina sostituire l’uomo nella direzione d’orchestra, e che effetto farà ascoltare, per esempio, il Concerto di Capodanno da Vienna diretto da un robot munito di intelligenza artificiale? A questa domanda è stata data una risposta oggi, da parte di Christian Thielemann. Non è infatti ipotizzabile maggiore precisione, maggiore coesione orchestrale, maggior cura dei dettagli, migliore sintesi interpretativa, maggiore controllo: insomma, maggiore perfezione (e mi scuso per il pleonasmo) di quella esibita dal direttore tedesco. E così dirigerà il robot-direttore, sempre che gli siano dati i Wiener Philharmoniker da dirigere.

Ma è un giudizio positivo o negativo? Positivo, accidenti. Lui è il migliore.

 

1 gennaio 2019

Raccomandati

Avendo, mio malgrado, orecchiato il concerto di Capodanno dalla Fenice, ho dovuto anche sentire il commentatore RAI pronunciare pressappoco la seguente giaculatoria: “Turandot si rivolge al padre dicendo: conosco il nome dello straniero, è Amore. Un potente messaggio a non aver paura dello straniero”.

Forseun raccomandato della televisione pubblica non meriterebbe tanta attenzione, ma comunque ecco una citazione di Puccini, pochi giorni prima della morte:

«Io sono per lo Stato forte. A me sono sempre andati a genio uomini come Depretis, Crispi e Giolitti perché comandavano e non si facevano comandare. Ora c’è Mussolini che ha salvato l’Italia dallo sfacelo. La Germania era lo Stato meglio governato, che avrebbe dovuto servire da modello agli altri. Non credo alla
democrazia perché non credo alla possibilità di educare le masse. È lo stesso che cavar l’acqua con un cesto. Se non c’è un Governo forte con a capo un uomo dal pugno di ferro come Bismarck, una volta in Germania, come Mussolini adesso in Italia, c’è sempre il pericolo che il popolo, il quale non sa intendere la libertà se non sotto forma di licenza, rompa la disciplina e travolga tutto. Ecco perché sono Fascista. Ecco perché spero che il fascismo realizzi in Italia, per il bene del Paese, il modello germanico d’anteguerra».

Apprendiamo quindi che i fascisti sono inaspettatamente accoglienti verso i migranti.