Mesi fa, volendo mettere qui un’esecuzione del Requiem Tedesco, avevo cercato affrettatamente quella di Kempe con Fischer-Dieskau, senza trovarla. L’ho trovata adesso.
Quei salutari avvertimenti
Il Santo Padre, mai sazio di prime pagine, si è inventato di andare in Svezia a celebrare (?) il 500° anniversario della Riforma, insieme al clero luterano. Luterano, eh? Non confondiamo.
Il Cardinale Kurt Koch, responsabile vaticano dei rapporti con le altre confessioni cristiane, così spiega: «Concentrandosi insieme sulla centralità della questione di Dio e su un approccio cristocentrico, i luterani e i cattolici avranno la possibilità di celebrare una commemorazione ecumenica della Riforma, non semplicemente in modo pragmatico, ma con un senso profondo della fede in Cristo crocifisso e risorto».
Per essere sinceri, il Papa attuale non è il primo a tentare approcci . Che non siano stati solo pragmatici, è motivo di qualche dubbio. Fatto si è che, nel 1999, saltò fuori una Dichiarazione congiunta sulla Dottrina della Giustificazione, fatta con la tecnica del “cercare ciò che ci unisce, non ciò che ci divide”. In questo modo, mi pare, si possono mettere d’accordo anche israeliani e Hamas (e sospetto che sia la soluzione vaticana per il medio Oriente). Per esempio, si prende lo statuto di Hamas, dove dice che Israele non ha diritto di esistere. Poi, nel documento congiunto, si dice che in comune c’è la frase “Israele ha diritto di esistere”, mentre rimane il disaccordo sulla parola “non”. Il documento del 1999 è proprio così, solo che, trattandosi di questione (la giustificazione per fede) il cui interesse è grandemente scemato da quando ci si sgozzavano, l’effetto è meno dirompente.
Il documento del 1999 però, alla fine, deve pure fare un cenno riepilogativo, dal quale emerga una spiegazione per la mancata riunificazione. Ed ecco qua (enfasi mia):
5. Il significato e la portata del consenso raggiunto
40. La comprensione della dottrina della giustificazione esposta in questa Dichiarazione mostra l’esistenza di un consenso tra luterani e cattolici su verità fondamentali di tale dottrina della giustificazione. Alla luce di detto consenso sono accettabili le differenze che sussistono per quanto riguarda il linguaggio, gli sviluppi teologici e le accentuazioni particolari che ha assunto la comprensione della giustificazione, così come esse sono state descritte sopra nei numeri 18-39. Per questo motivo l’elaborazione luterana e l’elaborazione cattolica della fede nella giustificazione sono, nelle loro differenze, aperte l’una all’altra e tali da non invalidare di nuovo il consenso raggiunto su verità fondamentali.
41. Con ciò, le condanne dottrinali del XVI secolo, nella misura in cui esse si riferiscono all’insegnamento della giustificazione, appaiono sotto una nuova luce : l’insegnamento delle Chiese luterane presentato in questa Dichiarazione non cade sotto le condanne del Concilio di Trento. Le condanne delle Confessioni luterane non colpiscono l’insegnamento della Chiesa cattolica romana così come esso è presentato in questa Dichiarazione.
42. Con questo non si vuole tuttavia togliere nulla alla serietà delle condanne dottrinali legate alla dottrina della giustificazione. Alcune di esse non erano semplicemente senza fondamento. Per noi, esse mantengono «il significato di salutari avvertimenti» di cui dobbiamo tenere conto nella dottrina e nella prassi.
43. Il nostro consenso su verità fondamentali della dottrina della giustificazione deve avere degli effetti e trovare un riscontro nella vita e nell’insegnamento delle Chiese. Al riguardo permangono ancora questioni, di importanza diversa, che esigono ulteriori chiarificazioni. Esse riguardano, tra l’altro, la relazione esistente tra Parola di Dio e insegnamento della Chiesa, l’ecclesiologia, l’autorità nella Chiesa e la sua unità, il ministero e i sacramenti, ed infine la relazione tra giustificazione e etica sociale. Siamo convinti che la comprensione comune da noi raggiunta offra la base solida per detta chiarificazione. Le Chiese luterane e la Chiesa cattolica si adopereranno ad approfondire la comprensione comune esistente affinché essa possa dare i suoi frutti nell’insegnamento e nella vita ecclesiale.
44. Ringraziamo il Signore per questo passo decisivo verso il superamento della divisione ecclesiale. Preghiamo lo Spirito Santo affinché egli continui a guidarci verso quell’unità visibile che è la volontà di Cristo
Eviteremo facili battute sulla natura e conseguenze dei “salutari avvertimenti”. Rimane però da spiegare come, in tempi di mafia, i gesuiti odierni non abbiano colto i rischi semantici.
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