Archive for gennaio, 2024

29 gennaio 2024

Sahra e i laureati

Letto “Contro la sinistra neoliberale” di Sahra Wagenknecht (S.W.)

Il libro, scritto nel 2021, descrive l’involuzione della sinistra tedesca e occidentale, che, da una connotazione popolare presente fino agli anni ’90, ne ha assunto negli ultimi trent’anni una elitaria. Sono cambiati i gruppi sociali cui la sinistra guarda: prima erano i ceti popolari e la classe media, oggi è quello che  S.W. definisce “il ceto medio dei laureati”. Questo si differenzia per formazione, profilo di attività e luogo di residenza, ma anche atteggiamento, valori e stili di vita, sia dal milieu borghese e piccolo borghese che dal proletariato. Si tratta di una classe che altri autori (americani) definiscono “metropolitan elite” e si colloca in posizione subalterna e di servizio rispetto ai nuovi capitalisti, pochi, smisuratamente ricchi, e che signoreggiano sull’economia digitale e finanziarizzata: o globalizzata, se si preferisce. Verso la fine del libro emerge anche la definizione “neofeudale”, probabilmente aggiunta in extremis a seguito di nuove letture. In effetti, il modello si attaglia bene alla tripartizione feudatari-chierici-servi.

S.W. espone con dovizia di particolari le differenze fra i due modelli di sinistra. Parte dalla sinistra tradizionale, cui attribuisce i successi degli anni dal 1950 al 1990. In quegli anni, in Germania, le classi media e operaia raggiunsero un benessere mai sperimentato, e l’ascensore sociale funzionò. S.W. non si perita di usare a piene mani il termine “meritocratico” con connotazione assolutamente positiva, collegandolo anche con la mentalità e sistema valoriale delle classi media e bassa. Parallelamente, fa le lodi del sistema di sicurezza sociale sviluppato in quegli anni, nonché, in generale, delle performance dello stato tedesco (sanità e istruzione in primis). I meriti sono attribuiti in blocco alla socialdemocrazia tedesca, che in sostanza rappresenta il modello cui S.W. vorrebbe tornare. Curioso che lei, personalmente, sia entrata a far parte della Germania unita proprio al crepuscolo di questa età dell’oro.

Come si distingue la Germania attuale e, di conserva, la sinistra attuale, da quel modello vincente? Prima di tutto, vige ora il neoliberismo, che ha affossato lo stato sociale e ha ricacciato in basso le classi media e operaia. Ci sguazza il ceto dei laureati, che anziché pensare ai problemi socioeconomici bada alle minoranze, alla diversità, all’immigrazione, all’ambiente. Le classi abbandonate dalla sinistra hanno, a loro volta, abbandonato i partiti della sinistra. In questo spazio si vuole inserire S.W., tornando alla sinistra tradizionale, aumentando il peso dello Stato e ipotizzando misure (a me non chiare) sui profitti delle grandi imprese. E togliendo peso all’Unione Europea.

Chiuso il libro e guardandoci intorno, vedo che Sahra, che ha fondato il partito l’altro giorno, è accreditata di un 14% alle Europee. In Italia, per intenderci, il suo omologo Marco Rizzo viaggia sullo zero virgola. Sarà comunque interessante scoprire quanta parte di elettorato sarà risucchiato rispettivamente dai partiti di sinistra e di destra. Personalmente, se fossi tedesco potrei votarla. Mentre, essendo italiano, Rizzo non lo voto di certo.

(*) Libro mal tradotto, cominciando dal titolo. I traduttori italiani hanno deciso non gli andasse bene il titolo originale, che in italiano farebbe: “Gli ipocriti: il mio controprogramma  per lo spirito comunitario e la coesione”. Scelta forse rispettabile, salvo ficcarsi subito nel ginepraio terminologico. Fra liberale, liberalismo, liberismo, neoliberismo,  e roba simile, sono andati nel pallone. Il massimo lo hanno raggiunto quando hanno dovuto rendere la differenza fra i liberali buoni e quelli cattivi: ne è uscita la contrapposizione fra liberalismo di sinistra favorevole al liberismo economico (cattivo) e  liberalismo di sinistra contrario al liberismo economico  (buono). Quest’ultimo è l’idea portata avanti da S.W. Se ci avessi messo mano io, avrei tradotto “sinistra globalista” contro “sinistra tradizionale”. E questo è il senso della contrapposizione, che in questi giorni ha preso forma di partito.

26 gennaio 2024

La legge

Forse qualcuno può aiutarmi a capire. Ieri, 25 gennaio, sull’onda di un attacco meloniano all’amato azionista Elkann, La Repubblica schiera i suoi columnist migliori in difesa della proprietà. Il noto Giannini spiega che se Stellantis non paga un centesimo di tasse in Italia ciò avviene approfittando di una legge dello Stato, e del resto così fan tutti.

Oggi, 26 gennaio, lo stesso giornale dello stesso Elkann spara cannonate in prima pagina contro i “contribuenti meno affidabili”, ossia evasori, che approfitteranno di un’altra legge per pagare meno tasse. Scomoda anche Cottarelli, che non credo in vita sua abbia dato granché al fisco italiano.

Sono perciò confuso.

24 gennaio 2024

Il cazzullo odoroso

Io me li immagino gli sfottò dei compagni di scuola a uno che si chiama Cazzullo. Ha la mia solidarietà. Però non deve esagerare: qui non ci ha fatto mancare niente, dalla libertà che finisce dove comincia quella degli altri, a Robin Hood, a Churchill, a Cavour e BoJo, alla burocrazia che non è snella. Non vedo le mezze stagioni che non ci sono più, ma certamente se le è tenute da parte per il prossimo articolo sui cambiamenti climatici.

Però la citazione del papa polacco è paradigmatica. Sappiamo che ogni ridefinizione del concetto di libertà nasconde una messa in culo, però questa aggiunge un profumo clericale, assolutamente in tema. Ricorda il cinema odoroso di Aldous Huxley.

20 gennaio 2024

Campioni

Disprezzo il qualunquismo. Ma come evitarlo, nel commentare il sondaggio apparso sul Corriere di oggi? Qui risulta che il politico più amato dagli italiani sarebbe Antonio Tajani. Peggio ancora: la cifra del 32% si riferisce ai giudizi positivi. In pratica: ti telefona uno sfigato, e ti chiede se vuoi partecipare al sondaggio. Tu, ancora più sfigato, dici di sì. Ti leggono un elenco di politici, e tu, a ogni nome, devi scegliere dove collocarlo in una scala pentenaria. Se il politico si becca “buono” o “discreto” ha ricevuto un giudizio positivo. Tajani ne ha ricevuti 320 su 1000.
Che dire? Il lato nero della faccenda è che ci sono persone cosi sfigate da dare due risposte positive: la prima, alla richiesta di partecipare; la seconda, alla domanda che riguarda Tajani. Il lato meno oscuro è che ogni 4,3 interpellati solo uno ha accettato di rispondere. Quindi, la vera buona notizia è che gli sfigati sarebbero solo il 23% della popolazione, e i supersfigati (quelli che danno un giudizio positivo su Tajani) il 7,4% degli italiani.
Quello sopra è un discorso sulla significatività del campione, anche se qualche laureato in scienze statistiche avrebbe ragione di muovere obiezioni.

19 gennaio 2024

Traviati

Sono finito davanti a un televisore che trasmette una Traviata dell’Opera di Roma, per mano del  noto Daniele Gatti, con la regia di Mario Martone. 

La parte principale è affidata a un soprano di origine cubana, dalla presenza scenica e dai mezzi vocali indecorosi. Smorfie, mossette, errori di metrica, stecche negli acuti. La affianca un tenore albanese che canta con un filo di voce. 

Il regista, come spesso avviene, si produce in trovate di dubbio gusto. Nella scena del brindisi, si assiste a un furioso inseguimento, protagonisti un gentiluomo in frac e una donzella in abito di raso rosso, che, raggiunta, cede pubblicamente alle voglie del gentiluomo.
Le altre gag non ho voglia di commentarle. Gli altri tre atti non ho voglia di vederli.

14 gennaio 2024

La voce del padrone

Fortunatamente, nei prossimi 10 anni l’informazione sarà normalizzata. I problemi socioeconomici, già poco significativi, saranno risolti. Le guerre? Non è che spariranno, ma non ce ne fregherà più niente

12 gennaio 2024

Lui non tradisce

Oggi ho tirato fuori un LP del Quartetto Ungherese, e ho ascoltato la Grande Fuga di Beethoven. No, non ci siamo: il rischio con questo pezzo è di procedere a stantuffo per dieci minuti. Allora ho messo su il mio amato Quartetto Italiano, ma anche loro sono un po’ meccanici. Quindi ho deciso di andare sul riferimento massimo della quartettistica, i Busch. Ma la Grosse Fuge non l’hanno registrata. Però io me la ricordavo, e infatti su YouTube l’ho trovata. Bellissima. Solo che dopo qualche battuta mi è parso che il suono fosse troppo corposo per un quartetto, e infatti: è il suo ensemble da camera. Non è un caso che il grande Adolf abbia preferito l’arrangiamento per piccola orchestra: sentite che roba.

10 gennaio 2024

Gesuiti

Questo pannello si trova nella mostra di G.B. Moroni alle Gallerie d’Italia di Milano.

Si riferisce a consigli di Ignazio per la meditazione e la preghiera, da cui Moroni e altri derivarono una linea di quadretti sulle “devozioni”, ad uso di devoti committenti.
Tuttavia, si nota una perigliosa vicinanza concettuale a certe narrazioni odierne. Non tranquillizza la presenza di gesuiti ai vertici dell’antipatica istituzione Oltre Tevere.

7 gennaio 2024

La filiera

Autopubblicato, scavalcando la filiera

La signora Clara Abatangelo è stata invitata alla presentazione del libro di Vannacci. E’ stata invitata perché, da libraia, si rifiuta di vendere il libro. La sua verbosa risposta si può leggere integralmente qui. A me interessa la motivazione del suo rifiuto, che segue:

Gentile signor Vannacci , i libri li scrivono gli scrittori, li pubblicano gli editori, li distribuiscono i distributori e li vendono i librai nelle librerie fisiche. L’incontro di cui parla, quindi, non è affatto la presentazione di un libro e dovrebbe cercare un altro modo di chiamarlo, mostrando finalmente un po’ di rispetto per tutta la filiera che da mesi sta irridendo e scavalcando. A me degli incontri privati su libri autopubblicati organizzati da non si sa chi, con quali soldi, motivi o finalità, non interessa per niente“.

Io non ho letto il libro di Vannacci, ma non è questo il punto che mi preme. Mi preme parlare della cosiddetta “filiera“. Secondo la libraia, percorrere la filiera legittimerebbe persino l’appellativo di libro per l’oggetto che la percorre.

Sono molti anni, diciamo 15, che non metto piede in una libreria con l’intenzione di fare acquisti. Ho sentito e letto alte lamentazioni delle prefiche ai funerali delle librerie e dei virtuosi proprietari delle stesse. I proprietari non sarebbero semplici commercianti, ma uomini di vasta e pulsante cultura, che consigliano gli sprovveduti aspiranti lettori. Mi vergogno un po’, ma io non sono fra questi. Devo anzi confessare che, quando ancora frequentavo quei luoghi di cultura, mai una volta chiesi consigli al commerciante -pardon, al consulente- sul libro da acquistare. In genere, entravo con l’idea di cosa volevo; più raramente, adocchiavo qualcosa sugli scaffali, e la acquistavo.

Poi fu Amazon. Preferibilmente, ebook. Sa che c’è, cara consulente? Prima di tutto costano meno, e poi sono più comodi. C’è anche una faccenda che ha a che fare con la vista: a differenza dei libri di carta, la dimensione dei caratteri si può regolare a piacimento del lettore. A me piacciono i caratteri grandi, signora Abatangelo. Poi c’è un’altra figata: il vocabolario. Deve sapere, cara consulente, che io leggo anche in inglese e in spagnolo. Non lo dico per vantarmi, anzi: qui e così dichiaro che in queste lingue non posseggo un vocabolario pari a quello della lingua madre. Con l’ebook, zac, il problema è risolto. (Ogni tanto lo uso anche per l’italiano, sia chiaro).

Però, se vogliamo stare al tema, dobbiamo tornare alla filiera. Lei dice che ci vuole rispetto per la filiera. Il punto è, signora libraia, che la filiera non rispetta me, e con me ogni consumatore. Non riguarda solo i libri, ma si domandi questo: come mai il signor Bezos in pochi anni è diventato l’uomo più ricco del mondo? Certo, con i soldi dei consumatori, ma anche lei, signora consulente, vive coi soldi dei consumatori. Glielo spiego io: Jeff ha saltato la filiera. Il fatto è, signora libraia, che la filiera era talmente parassitaria che abolirla ha consentito a Bezos di arricchire, e al consumatore di pagare meno.

Non vorrei, signora consulente, che lei pensasse che io sia un fan di Bezos. Bezos , al contrario, mi sta sul cazzo, come tutti i capitalisti della Silicon Valley e dintorni, per ragioni ideologiche e anche pratiche. Solo che mi stanno ancor più sul cazzo le filiere parassitarie, e non solo quelle dei libri.

4 gennaio 2024

Pages

Una funzionalità che finora non avevo provato è “Pages”. Si tratta di un archivio di testi o altro, che altrimenti intaserebbero il blog. Ho trovato conveniente metterci un lungo articolo di BillAckman, preso da X. Il bottone per accedere è sotto la testata.