Archive for giugno, 2019

21 giugno 2019

Il nuovo maccartismo

Eccellente

Liberalism Isn’t What It Used to Be

The values that made me a supporter of RFK in 1968 put me at odds with today’s progressives.

Robert F. Kennedy during the Democratic primary campaign in 1968. Photo: The LIFE Picture Collection via Getty Images

In the late spring of 1968, when I was 26, I helped organize Robert F. Kennedy’s presidential campaign in the Bronx. I rented a storefront headquarters, recruited a team of volunteers, and held a launch event at the old Concourse Plaza Hotel—all to prepare for the candidate’s expected appearance in New York following his victory in California. That, tragically, wasn’t to be. Instead, I took my turn in the honor guard that surrounded the senator’s casket throughout the night in St. Patrick’s Cathedral, and attended his funeral June 8.

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16 giugno 2019

Sì, un capolavoro

LA TELEFONATA DI ZEFFIRELLI (dal profilo FB di Filippo Facci)

Nei tanti anni in cui avevo scritto sul Giornale e sul Foglio, un solo personaggio non ero mai riuscito veramente a toccare: Riccardo Muti. Era stra-protetto da tutti i giornali italiani per ragioni diverse, e ai direttori di quotidiano non importava granché inimicarsi l’apparato che si attivava ogni volta che avevo infilato in un articolo leggere critiche o ironie: tipo la Sovrintendenza, Mediaset attraverso Fedele Confalonieri (che lo adorava, lo trasmetteva, dava soldi alla Scala) e vari altri soggetti.

Poi, un giorno, Giuliano Ferrara mi diede il via libera. Non ci potevo credere. Scrissi un poema (avevo fonti formidabili) che avevo tenuto in serbo per anni. Lui lo lesse e mi diede un paio di consigli. Poi fu pubblicato, e boom.

Riccardo Muti lo lesse e telefonò a Confalonieri. Confalonieri telefonò a Ferrara che poi telefonò a me. Mi disse: hai fatto il botto.
Riccardo Muti si era dimesso dal Teatro alla Scala quella mattina stessa, dopo aver letto l’articolo, sentendosi definitivamente tradito in giorni in cui anche gli orchestrali, per la prima volta, l’avevano contestato.
In quei giorni ricevetti le telefonate più impensabili. Una fu di Franco Zeffirelli, che era così entusiasta da invitarmi a trovarlo nella sua villa fiorentina.
Non ci andai mai, ed è uno dei pochi rimorsi che ho nella vita.

(Avviso: benché questo articolo rappresenti uno dei due o tre capolavori professionali della mia vita, è di una lunghezza spropositata e inattuale. La maggior parte di voi, che tutto sommato disprezzo, è meglio che non cominci neanche a leggerlo. Astenersi disinteressati, insomma)

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15 giugno 2019

Zeffirelli

Nel giorno della morte di Franco Zeffirelli, la RAI ha trasmesso la sua Traviata in versione cinematografica. Meglio avrebbe fatto a mostrarci la Bisbetica Domata, l’unico film, a mio parere, degno di essere ricordato. La Traviata è una delle tante opere con cui Zeffirelli ebbe a che fare. Nella versione cinematografica, si possono forse apprezzare gli arredi, che indubbiamente rendono visivamente l’immagine di un’epoca. Poiché si tratta di un’opera in musica, ciò è troppo poco. La regia/sceneggiatura è senza infamia e senza lode, mentre la parte musicale è -non giriamoci intorno- pessima. A parte i discutibili tagli (infame quello del terzo atto, che toglie il respiro drammatico dell’incontro tra Violetta e Germont) la protagonista non è vocalmente all’altezza, mentre per la direzione di James Levine  non trovo la parola:  grezza? fracassona? bandistica? No, non rendono l’idea: è la musica più vicina al rumore che si possa sentire.

Tanto di cappello, invece, alle invettive anti-Juve e anti-Agnelli con le quali ebbe il coraggio di farsi portare in tribunale in epoca moggiana.

 

14 giugno 2019

Quasi come sui social networks

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(Anni ’40 del secolo XVII)

Adriano Prosperi e Paolo Viola, Storia Moderna e Contemporanea, volume II, Einaudi 2000)

13 giugno 2019

Facce come il culo

Continuano a vedersi in giro, dopo anni di clausura, il sig.Mario Monti e personaggi del suo governo, a cominciare dalla lacrimosa signora Fornero. Questa gente fu chiamata al governo in gran fretta perché il debito italiano dava problemi. Io lo so che le comparsate in TV fruttano quattrini, e che quindi nessuna figuraccia potrebbe trattenerli. Però non sarebbe male che, ogni volta che aprono bocca, qualcuno gli mostrasse questa tabella, e gli chiedesse di spiegarla (cliccare sulla tabella per ingrandirla):