Zecche

Ginevra Elkann, nipote di Gianni Agnelli, ottiene dallo Stato 2,8 milioni di aiuti pubblici per due film. L’incasso totale? 130 mila euro (12 mila il primo).

L’immagine parla già abbastanza. Si intravedono i tratti del nonno-zecca, e anche le somiglianze con i fratelli. Pare che il contribuente italiano non possa liberarsene.

5 commenti to “Zecche”

  1. Avrei un’idea, o anche due, per un film sulla famiglia da girare con fondi pubblici. In realtà avrei materiale per una serie di almeno tre stagioni, comincia con la fornitura di carri armati al Regio Esercito. A chi mi devo rivolgere?

  2. Mi spiace ma ho trovato sgradevole questo post. Per tre ragioni.

    Se l’intenzione era quella di stigmatizzare i favoritismi che una classe politica, da sempre prostituita a favore dei potenti, elargisce senza ritegno, la pubblicazione di questa immagine mi pare controproducente. A a me pare solo la fotografia di una ragazza piacevole e pure simpatica.

    L’esposizione di caratteri somatici per sottolineare l’alterità mi pare pericolosamente vicina al concetto di “razza di appartenenza” descritto da Nicola Pende e dal “Manifesto della razza” del 1938.

    Moltissimi (troppi) anni fa, mi trovavo negli USA con una borsa di studio. Nel disperato tentativo di non perdere di vista una ragazza che mi piaceva le mandai una mia foto in laboratorio con una provetta in mano. Mi rispose che avrebbe aspettato il mio ritorno, non per il mio aspetto fisico ma perché non aveva mai riso tanto in vita sua. Dopo pochi mesi ci siamo sposati.

    • Lungo tutta la mia vita ho considerato con fastidio le discussioni sulle somiglianze familiari, puntate soprattutto sui bambini, ma non solo. Quindi penso di meritarmelo, se qualcuno mi critica per essere a mia volta scivolato. Rimane il fatto che i figli assomigliano ai genitori e pure ai nonni. L’impressionante sequenza di ritratti degli Asburgo, tutti con lo stesso mento, ha dato luogo a milioni di commenti tra i visitatori di musei come quelli di Vienna e Madrid: quei visitatori possiamo definirli innocui pettegoli, ma non  nazifascisti.  Per cui penso che tu abbia esagerato con le faccende razziali del ’38.

      Quanto all’aspetto fisico di Ginevra, nessuno ne nega l’avvenenza, derivante anche dalle scelte matrimoniali della madre. La simpatia potrebbe pure esserci: tuttavia, avvenenza e simpatia sono qualità che le persone normali concepiscono come gratuite. Invece pare che il contribuente italiano le debba retribuire.

      Quindi, visto anche che hai esperienza degli Stati Uniti, penso che tu possa cogliere il mio ragionamento. Qui in Italia, a differenza dei paesi anglosassoni, non è pienamente interiorizzato il concetto di “taxpayer’s money”. Quando si parla di tasse, tutti si attardano a pensare in termini di gettito (e in genere fuggono per la tangente parlando di evasione) mentre pochi pensano alla spesa di cui le tasse sono presupposto. Se si pensasse di più alla spesa, come fanno appunto di là dell’Atlantico, e soprattutto al fatto che si tratta di soldi di tutti, allora i sussidi a film che nessuno vuole vedere apparirebbero come furti perpetrati a danno di tutti noi. Se poi i soldi vanno a un’esponente della solita Famiglia, che manco ha la residenza fiscale in Italia, francamente la ragazza cessa di essermi simpatica.

  3. Mi scuso se ho esagerato ma penso che tu abbia capito benissimo il senso della mia critica. Succede talvolta che una laurea “Summa cum laude” venga attribuita più per il cognome che per il Curriculum studiorum. In questi casi io pubblicherei la foto di tutti i componenti della commissione di laurea piuttosto che quella del fortunato neo-dottore. La mia ultima osservazione voleva sottolineare che, come da mia esperienza personale, a volte pubblicare un’immagine può suscitare reazioni inaspettate. Da qui la mia simpatia per Ginevra.

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