Archive for gennaio, 2023

26 gennaio 2023

Agamben

La verità e la vergogna

Dopo quanto è successo negli ultimi due anni è difficile non sentirsi in qualche modo diminuiti, non provare – lo si voglia o no – una specie di vergogna. Non si tratta della vergogna che Marx definiva «una sorta di rabbia rivolta verso di sé», in cui intravedeva una possibilità di rivoluzione. Si tratta, piuttosto, di quella «vergogna di essere uomini», di cui parlava Primo Levi a proposito dei campi, la vergogna di chi ha visto accadere quello che non avrebbe dovuto accadere. È una vergogna di questa specie – è stato detto a ragione – che, fatte le debite distanze, proviamo davanti a una volgarità troppo grande, davanti a certe trasmissioni televisive, ai volti dei loro conduttori e al sorriso sicuro degli esperti, dei giornalisti e degli uomini politici che hanno consapevolmente sanzionato e diffuso la menzogna, la falsità e il sopruso – e continuano impunemente a farlo.
Chiunque ha provato questa vergogna sa di non essere per questo diventato migliore. Sa, piuttosto, come usava ripetere Saba, di «essere molto meno di quanto era prima» – più solo, anche se ha cercato amici e sodali, più muto, anche se ha provato a testimoniare, più impotente, anche se qualcuno ha ascoltato la sua parola. Una cosa, tuttavia, non ha perduto, anzi ha in qualche modo inaspettatamente guadagnato: una certa vicinanza a qualcosa per cui non sa trovare altro nome che «verità», la capacità di distinguere il suono di quella parola, che, se l’ascolti, non puoi non credere vera. Per questo e di questo egli può testimoniare. È possibile – ma non è sicuro – che il tempo, come vuole l’adagio, finisca col svelare la verità e dargli – chissà quando – ragione. Ma non è questo che la sua testimonianza ha messo in conto. A obbligarlo a non smettere di testimoniare è, piuttosto, proprio quella speciale vergogna di essere, malgrado tutto, un uomo – come, malgrado tutto, uomini sono anche coloro che, con le loro parole e le loro azioni, lo hanno costretto a provare vergogna

24 gennaio 2023

Remember!

In American English, it’s an herb since the “h” is silent. In Britain, by contrast, the “h” is typically sounded, so they say “a herb”. Remember, the rule for using “a” or “an” is based on pronunciation, not spelling. Follow the same convention with the word herbal.

(Always prefer American English)

24 gennaio 2023

La saliva color dell’inchiostro

Nell’anniversario della morte del cosiddetto avvocato Agnelli, rivoltante spargimento di saliva da parte di schiere di pennivendoli. Non che li abbia letti tutti, ma certamente parlano più del suo “stile” che della sua tendenza a prendere finanziamenti pubblici portando i soldi all’estero.
Ferruccio De Bortoli non riesce a avere la faccia tosta di dimenticarsene, e dedica all’argomento qualche riga nell’ambito di un lunghissimo elogio funebre:

 Fu testimone di un’italianità orgogliosa delle proprie eccellenze ma nello stesso tempo dotata di una sufficiente dose di autoironia per ammettere difetti e limiti del carattere nazionale. L’Avvocato non si sentì mai uno straniero in patria, anche se probabilmente portò fuori dall’Italia un po’ del suo patrimonio (così facevano e purtroppo fanno ancora in molti). Forse, però, non avrebbe seguito la moda imperante di trasferire all’estero anche le sedi legali e fiscali di quasi tutto il made in Italy. Come senatore a vita gliene avrebbero chiesto il conto e un po’ se ne sarebbe vergognato. Ma dopotutto, Sergio Marchionne — che non conobbe — e il nipote John Elkann, hanno realizzato quelle aggregazioni internazionali che ai suoi occhi erano comunque inevitabili, tentate più volte e fallite.

Inevitabili. Onore a Sergio e Jaki che sono riusciti a cedere all’inevitabilità.

22 gennaio 2023

Il dito

Finalmente la soluzione dei nostri problemi. La indica Gian Carlo Caselli, e per favore non stiamo a guardare che la spiegazione sia su La Stampa: sarebbe guardare il dito e non la luna. Che cos’è la luna? i numeri , i numeri, finalmente. Sono 330 i miliardi recuperabili da evasione fiscale, corruzione e malaffare mafioso.

Adesso qualche sofista ragionieristico ci potrebbe dire che il nobile Caselli ha fatto un po’ di sovrapposizione, perché l’evasione fiscale è già ricompresa in parte delle altre attività illegali.

Quisquilie. La sostanza è che si possono recuperare un sacco di quattrini, e per farlo basta intercettare, mentre Nordio non vuole.

Già mi pare di sentire l’obiezione: e fino a adesso? perché senza Nordio al governo non si erano recuperati i 330 miliardi? Obiezione malevola: ‘naltro po’ e qualcuno si metterà a sollevare polverone sul fatto che la Fiat abbia domicilio fiscale in Olanda, ma tenga i suoi giornali in Italia.

Ce n’è di gente che guarda il dito.

Medio.

20 gennaio 2023

I professionisti dell’antimafia

Non vorrei sembrare maniaco di Gramellini, e infatti, in coscienza, non ce l’ho con lui. Ognuno fa quel che può per sbarcare il lunario, e se qualcuno accosta i giornalisti alle puttane, io replico sempre che si tratta di una onorata professione, nella quale non si ruba niente.

Tuttavia, quanto sopra vale finché le signorine che vendono il corpo hanno un codice etico. Chessò, usare il preservativo, e mantenere una certa igiene. Nel caso di un giornalista, occorrerebbe, in parallelo, non dico controllare le fonti, ma avere fonti. Piacerebbe sapere, per esempio, dove abbia trovato, il Gramellini, la notizia che quelli che applaudivano i carabinieri erano giovani. E quella, implicita ma neanche tanto, che i siciliani vecchi sono mafiosi.

La cosa che più dà l’orticaria, però, è l’arruolamento forzoso nell’antimafia della figlia di Messina Denaro. Più specificamente, l’arruolamento della figlia fra gli antagonisti del padre. E, quand’anche ciò fosse vero, l’attribuzione del merito a qualche filippica antimafia emessa da qualche cattedra di qualche scuola secondaria. Si chiama respirare la “narrazione”.

Viene in mente il trattamento discriminatorio riservato anni fa alla figlia di Totò Riina, dalla quale si pretendevano documenti scritti di dissociazione dal padre. La stessa donna che non può neppure intitolare un ristorante al paese in cui è nata, senza che il sindaco alzi lai di protesta.

Se questa è l’antimafia, come si fa a meravigliarsi dei trent’anni di latitanza di un mafioso?

15 gennaio 2023

La prestigiosa Stanford University

https://www.tabletmag.com/sections/arts-letters/articles/stanford-failed-academic-freedom-test

12 gennaio 2023

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11 gennaio 2023

Il cervello a zonzo

Il sospetto che la faccenda del CO2 sia una balla mi assale ogni volta che penso al buco nell’ozono: un pericolo creato dal nulla, senza basi scientifiche a dimostrarne l’origine antropica, e imputato al gas usato fino a allora per i condizionatori e qualche bomboletta di deodorante. L’effetto fu di gratificare economicamente i produttori di gas “ecologico” e anche i produttori di condizionatori, che avevano bisogno di indurre i consumatori a rinnovare i loro impianti. Il sospetto che quello del buco nell’ozono sia stato anche un grande esperimento di indottrinamento di massa non riuscivo a scartarlo fino a oggi. Oggi che ho letto ciò che ne pensa l’estimatore di nazisti buoni, beh, oggi il sospetto è certezza.

8 gennaio 2023

[…]

E’ la prima volta che scrivo un qualsiasi commento sulla morte di Ratzinger. Anzi, mi correggo: non lo scrivo neanche adesso. Il presente commento verte sulle reazioni alla morte di Ratzinger, fra le quali quella riportata sopra è particolarmente insulsa. La cosa andrebbe forse liquidata con un semplice “chi se ne frega”. Solo che qui c’è un elemento in più, rispetto all’usuale vaniloquenza. C’è la pretesa dell’ateo devoto di utilizzare a fini politici interni italiani una supposta differenza in materia dottrinale fra due monarchi stranieri.

Vediamo: la Meloni ha fatto la comunione, e non avrebbe potuto farla se non fosse stato per “la modernità di Papa Francesco”. E, invece di ringraziare per l’onore, quella ti parla bene di Papa Benedetto. L’ingrata. A ruota, vengono altri cattivoni che la comunione non l’hanno fatta, ma sono pur sempre nemici di Sebastiano Messina. La comunione della Meloni a me pare poco inerente ai funerali, ma i peccati di Salvini e Berlusconi non c’entrano proprio una minchia. Non sto a fare dimostrazioni di doppiopesismo, per esempio sulle posizioni riguardo alla guerra di altri soggetti, più vicini a Sebastiano Messina ma certo più lontani di Salvini dalle posizioni di Papa Francesco. Non le faccio perché, grazie a Dio, non sono come uno che scrive per John Elkann.