
Passate le elezioni, è tempo di dare la stura a un ricordo recente. Un mesetto fa scrivevo questo breve post:
Enrico, prendimi con te
Lo so che non succederà, ma credo sinceramente che il sig.Letta dovrebbe prendermi come consulente elettorale. Non è che io abbia grande esperienza di collegi e di voti di scambio, ma sono in possesso di robusto buon senso, merce che sembra rara dalle parti del PD. Prendiamo i casi di Monica Cirinnà e Pierferdy Casini. La prima dice di essere stata candidata in “territori per cui io non sono adatta”. Se lo dice lei, deve essere vero, se no non avvierebbe la campagna elettorale con una manifestazione di disprezzo per i suoi potenziali elettori. Il secondo viene imposto ai disciplinati elettori bolognesi del PCI con la surreale intimazione “votate Pierfurby, se no vincono le destre”.
Ecco: se io fossi il consulente del nipote meno dotato di Gianni Letta, gli consiglierei una semplice inversione: Casini nel collegio assegnato alla Cirinnà, che non so quale sia, ma se è inadatto a Monica è sicuramente adatto a Pierfurby. A Bologna, invece, manderei un esponente della famiglia Cirinnà: il cane, più versato alle campagne elettorali in quanto esperto di fundraising.
Questo all’apparenza innocuo testo, e in particolare le parole grassettate, scatenavano le ire del noto sig.Topo, il quale si produceva nel seguente pregevole pippone:
Uno penserebbe: quelli come Olympe ed Erasmo (ma il web è pieno di questo genere di tartufi), che mostrano di saperla lunga e posano e si spremono per darsi un tono erudito, assai più su della loro effettiva erudizione, senza temere di apparire astrusi, ogni volta che faticosamente defecano un post o un commento sui blog, quelli sempre ben attenti a non cader nel banale buon senso comune, quelli che danno ma piuttosto amerebbero solo dare l’impressione di distinguersi anni luce dai comuni mortali commentatori del web, manco fossero loro oro e gli altri merda, quelli che cominciarono già da piccoli a rifiutare il concetto di uguaglianza dei diritti per l’inconfessabile passione per la prima fila e il privilegio più odioso, perché loro …, perché loro si sentono pari e patta con “… quel segnor de l’altissimo canto / che sovra li altri com’aquila vola”, mica cazzi, e davanti a loro etica, giustizia e diritto devono cedere il passo e andare a farsi benedire …. sì, insomma, di certo loro non troveranno – immagineremmo noi – alcun soggetto politico degno della loro aulica infallibile considerazione, rimanendosene nella loro splendid isolation, sull’alto e inaccessibile nido, fra i più vertiginosi sbalzi di rupi, fieri della nobile anarchia, conseguenza della saggezza e dell’intelligenza che rifiutano ogni compromesso.
E invece no. Sapete invece chi è che piace a loro, ai due raffinati elucubratori del web? Loro provano grande ammirazione per quell’imitatore da festa paesana di Andreotti, per quel ratto di fogna mafiosa che anche a Iago susciterebbe profondo ribrezzo, per quel mestatore da strapazzo che risponde al nome di Gianni Letta. Quello sì che ci caverebbe dalla nostra tragica situazione, vero? Magari assieme a Nordio e alla Meloni, a Urso e Tajani, a Gasparri e alla Casellati, perché no? Mica avevamo tutti questi problemi, mica girava tutta questa incompetenza e come si stava bene quando c’erano certi ceffi al governo, eh?
Alla fine dal sen ti è fuggita, Erasmuccio: sei uno ziolettista? Ma non è che mi sia mai immaginato di meglio, beninteso.
Ho atteso il 26 settembre per non influenzare le tue decisioni, ma adesso te lo posso rivelare, Topo: non sono uno ziolettista. Mi va bene il nipote, perché chi fa danno al PD è un mio amico.
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