Sì, è un cancro

Giovanni Negri, per chi non lo sapesse, è stato segretario del Partito Radicale negli anni ’80. Chiusa la carriera politica, si è messo a lavorare fondando un’ azienda vinicola nelle Langhe. Oltre a produrre vino, distilla preziose opinioni politiche.

LIBERARSI DALLA METASTASI

Al netto delle vere cose che contano (i microchip dell’Occidente ostaggi a Taiwan, la Germania in balia di Putin e altre delizie) dieci giorni di campagna elettorale hanno definitivamente dimostrato a ogni persona intellettualmente onesta che in Italia , da 30 anni, una metastasi travestita da parte politica ha letteralmente occupato tutto . Magistratura , mass media , dirigenza dell’amministrazione pubblica : la Metastasi si è prima ingoiata, poi ha consumato , infine ha digerito letteralmente tutto. Siamo alla fine del barile . Ormai si intervistano fra di loro, parlano solo fra di loro , capiscono solo il loro linguaggio da metastasi vivente . Sono , tecnicamente , quello che noi Radicali di un tempo chiamavamo il Regime Post Fascista , ora ridotto a Banda di mazzieri scomposti e sguaiati . I loro capi veri – Exxor e dintorni, per capirci – hanno persino abbandonato la Borsa di Milano, il Paese lo hanno salutato da tempo lasciandoci soltanto i loro giornali , utili per incartarci il pesce .
Restano loro, travestiti da Responsabili & Seri , per i quali esiste una sola politica : continuare con loro , la loro Magistratura tesserata , i loro giornali maleodoranti, i loro penosi intellettuali da birignao , i loro Boiardi di stato , le loro dorate pensioni di casta , i loro amici e amici degli amici . Insomma : il 25 Settembre la Metastasi va sgombrata. Non so quale sia la scelta più efficace . È legittimo Non votare , perché ogni altra strada e’ forse velleitaria . È legittimo votare Renzi, perché forse non esiste ne’ una Sinistra normale ne’ una Destra decente . È legittimo votare a Destra, perché è forse il modo più diretto per spedirli a casa . Ma una cosa , ragionevolmente , non si può più fare . Nell’autunno, nell’agonia della partitocrazia italiana , la
Metastasi va tagliata e rimossa .

13 commenti to “Sì, è un cancro”

  1. Comicio a pensare che l’idea di votarsi fuori dal cancro sia velleitario.

  2. Se bastasse un voto, sia pure alle politiche nazionali, per liberarsi della metastasi vorrebbe dire sostanzialmente che la metastasi non esiste, o che è robetta, o quanto meno che esiste una comoda e semplice scelta che voilà, come una bacchetta magica, ce ne libererebbe immediatamente, un Gesù Cristo cui affidarsi senza dubbi ed esitazioni. Quale sia quella scelta Negri naturalmente non ce lo dice, perché lui non ne ha la più pallida idea. Piuttosto, l’importante per un bravo radicale antimetastatico è sempre il sapersi tirar fuori, il non farsi prendere in castagna o in compagnia con quello o l’altro intrallazzatore. Chessò, un Nicolazzi, un Cesa, un Berlusconi, una metastasi insomma. Tutte cose e persone estranee a Negri, ovviamente, perché tanto la memoria gli italiani l’hanno mandata in pappa da un bel pezzo. Importante è anche mantenere l’aria di chi la sa lunga, il sussiego del profeta incazzuso perché sempre inascoltato, che però ce l’ha sempre detto, lui, senza però averci mai detto un cazzo. Un bravo radicale, del resto, non si sbilancia mai, neanche su chi vincerà lo scudetto. E’ il modo più furbo e sicuro per aver sempre ragione e non farsi mai accomunare a qualcosa di brutto, come una metastasi, appunto. E magari ficcare in culo ai fessi una partita di eleganti bordolesi da 100 euro l’una, riempite con vino che sa di morchia e piedi sporchi.

    • Perché il suo vino dovrebbe essere cattivo? L’hai assaggiato?
      Francamente, io non criticherei niente in base a chi lo produce, neanche fosse Zonin.

      • Intendevo dire che se Negri rifilasse eleganti bordolesi da 100 euro l’una, riempite con vino che sa di morchia e piedi sporchi, almeno io mi sorprenderei poco, viste le ignobili merci che spacciava un tempo (Nicolazzi, Longo, Berlusconi, ecc., ecc.). Tu la penserai diversamente, con tutto il diritto, ma, se Ciravegna si presentasse alle prossime politiche, non esiteresti almeno un po’ prima di votarlo?
        P.S. Sì, d’accordo, è vero anche che, mediamente, i candidati del prossimo 25 settembre non saranno granché meglio di un Ciravegna da Narzole.

        • Io non so chi è Ciravegna, e non googlo per saperlo.

        • Eh, la memoria … Comunque google è pur sempre un ponticello nella direzione della conoscenza, e non vedo perché rinunciarvi. Tanto meno comprendo perché mai il ricorrere a google (o a simili strumenti del web) debba essere considerato – come dai l’impressione di fare tu – motivo di riprovazione o di vergogna più del ricorrere a qualsiasi altra fonte di informazione e conoscenza. Sempre che non si tratti panzane, ovvio.

        • Non mi sono spiegato. Io uso google come tutti, ma solo per le cose che mi interessano. Allo stesso modo che tu pensi che il vino di Negri sia cattivo senza averlo assaggiato, io penso che documentarmi su un nome citato da te sia tempo perso. Noi prevenuti siamo fatti così.

        • Guarda, lince, che l’avevo capito. Cosa ci fosse da “spiegare” poi, lo sai solo tu. E comunque, meno male che prevenuto te lo dici da solo. Sei prevenuto nei miei confronti (non che la cosa mi sorprenda o mi affligga più di tanto, come immaginerai), come nei confronti di tanta altra gente, povero te. Ma non sei prevenuto nei confronti di gaglioffi come Negri che coi suoi malaffari ci spillò denaro sufficiente a comprarsi e mantenere una tenuta di vigne pregiate in Piemonte e ora nel tempo libero gioca a fare il bombarolo saggio. Lo so, lo so: hai da sempre un debole per i malaffaristi. Ripeto, però: non me la prendo mica, giacché per ricever delusioni da te occorrerebbe pur sempre illudersi prima. E non vedo cosa mai potrebbe fare uno come te per riuscire a illudermi sul suo conto.

        • Il solito topo logorroico e noiosissimo.

  3. nella sua genericità è tutto puntuale, ma non ci dice chi e come dovrebbe tagliare la metastasi (resta sottinteso che tagliandola il tumore resta). e fuori di metafora, per sostituirla con cosa? chiedo per un’amica.

    • Lo so, la rivoluzione risolverebbe il problema. E credi, potrei anche salire sulle barricate. Nell’attesa, non guasta identificare con precisione il nemico, che è il PD. È chiaro che il capo di tutto non è lo squallido nipote di Gianni Letta. Una buona indicazione sta nel brano che tu, per me a torto, consideri generico. John Elkann è, verosimilmente, il plenipotenziario per l’Italia, tanto è vero che è proprietario dei giornali di regime, e non li tiene certo per farci i soldi. I soldi li fa in altro modo, e forse la maggior parte non la fa vendendo auto. Poi, magari chiedendo a Herr Schwab, potremmo completare la mappa del potere reale e globale, chissà, con qualche sorpresa. Ma oggi abbiamo un appuntamento concreto. Stabilito che il manutengolo è il PD, io penso che lasciargli intatto il potere sarebbe autolesionismo. Non mi sfugge che con il voto non glielo tolgo tutto, né mi sfugge che il problema è a monte. Ma intralciarlo un po’, male non fa. Per fare questo, rifiuto categoricamente qualsiasi limitazione di campo, imposta da chi ha interesse a impormela o magari da qualche utile idiota. La sola discriminante può essere: fa male o no al PD?

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