Global fucks
30 commenti to “Global fucks”
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Ah, Viganò, … quello che aderisce alle manifestazioni anti-COVID di Forza Nuova e CasaPound, e che ora strilla contro i demolitori di istituzioni e gli abusatori di potere “contro la legge”. Del resto lui confonde la legge con i figuri che lo imbeccano da dietro le spalle e le quattro cazzate che ha in testa, ossia ciò che gli risparmia di sputarsi in faccia davanti allo specchio. Lui e l’altra gente della sua specie. Sgarbi, Briatore, Zangrillo, Bocelli, Porro, Cruciani, … Erasmuccio, Pardipalle, …. Tutti carbonari contro i despoti Francesco e Conte che però se la fanno coi fascisti e rimpiangono quando c’era lui.
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Come non detto. Chiedo scusa, è colpa mia che mi metto a confutare un imbecille di tanto infimo livello e che, in quanto tale, non potrà mai avere nulla di sensato da replicare. Lascia stare, Perspicuo, tu magari te lo credi, ma questa non è affatto ironia (che parolone sprecato!), che tu ignori financo dove stia di casa. Cancella pure entrambi i miei commenti, una volta tanto mi farai un favore. Hai anche la buona scusa che contengono obiettivamente degli insulti. Sappi solo – consiglio d’amico – che qui ti giovano poco e che hai poco da fidarti di quelli che non ne contengono. In effetti, solo gli insulti – che nel mio caso vengono dal cuore – sono in grado di migliorarti. se
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È un refuso, imbecille. Cosa diavolo hai da inquietanti? Del resto però si sa, l’imbecille guarda solo e sempre il dito e i refusi e per questo non impara mai nulla, rimanendo così imbecille a vita. E spero per te che tu non faccia finta di non aver capito che trattasi di mero refuso: un simile spirito di patate ti rivelerebbe ancor più imbecille.
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Spirito di patate, te l’ho già detto, spirito di patate. I tuoi insulti, poi, sono particolarmente infantili: io me la prendo con la tua imbecillità, roba di pubblico dominio, tu tiri in ballo le mie dita e le mie unghie, cose che non hai mai avuto agio di guardare, né alla letterao, né in senso figurato.
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Povero scemo. Di male in peggio. Di imbecille in imbecille è.
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Sempre meglio della disgregazione cerebrale. Anzi, sempre meglio che non averlo mai aggregato un cervello ed essere rimasto a marcondirondirondello. Adesso basta però, adesso fa’ un riposino che dopo ti cucino “un bel cavolfiore con l’aceto”.
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Eh, .. ma tu stamattina alle 11 di un riposino avevi ben bisogno. Ed è quando se ne ha bisogno che si fanno i riposini. Che siano le 11, le 3, le 8, ecc.. Non ci formalizza mica al riguardo. Idem dicasi per le veglie.
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Prima di “voi”? Voi chi? Erasmo è in realtà Erasmi? Se invece ti riferisci ai topstronzi (pur avendoli rinnegati e abbandonati sbattendo la porta), a me pare che le cose stiano esattamente all’opposto. Prima di conoscermi, di voi – che non a caso vi definite “topgonzo” – non in giro non si sentiva neanche la puzza, di fogna (oh, bei tempi andati!).
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E ora dedicati pure anima e corpo al refuso.
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A parte gli insulti (che ormai ti concedo, data l’obiettiva netta contrapposizione che ci connota) , la tua ultima replica, tanto per (non) cambiare, contiene una pletora di smarroni e false informazioni sul mio personale conto. Vedi, io sul tuo conto certe cose non posso certo dire di conoscerle (il tuo mestiere/professione, le tue predilezioni, i tuoi trascorsi politici, le tue trascorse militanze, le idee di tuo padre, i tuoi gusti gastronomici/sessuali/culturali, ecc., ecc., ecc.). Non per questo sento il bisogno, che invece dimostri tu, di inventarmene di posticce, per meglio ricavarne detrazioni nei tuoi confronti. Detrazioni che – proprio perché derivate da invenzioni – apparirebbero subito assolutamente improponibili e vanamente maligne, prima ancora che false, come in effetti risultano questi tuoi apprezzamenti nei miei confronti. Piuttosto, ti valuto per ciò che scrivi e ammetti obiettivamente di essere e di ritenere, che a tal fine mi basta e mi avanza, credimi. Tanto più quando – com’è nei fatti – delle cose che sul tuo conto ignoro non me ne frega una sacrosanta minchia.
Ho adesso però l’impressione di aver detto troppa verità e che tu esiterai alquanto nel pubblicare o meno questo commento. -
Sì, sì. Capisco che tu debba parlare al tuo pubblico di tropstronzi, i quali danno mandato a te di diffondere e perpetuare simili panzane, magari perché ti ritengono – fra la manica di sprovveduti che siete – il meno sprovveduto. Sta però di fatto che (beccati il meritatissimo pippone, ignorante):
– neanche io ho mai detto di intendere necessariamente come negativo l’aggettivo “pubblico” nei suoi vari usi e accezioni (ci mancherebbe), quindi anche nell’associazione con il sostantivo “impiego”; associazione invero molto ricorrente – guarda caso – proprio fra voi tropstronzi, ma ciò non ha nulla a che vedere con la massa dei vostri madornali e infami difetti;
– stai proprio raschiando il fondo del barile se arrivi ad accusarmi di un simile fraintendimento; oppure non è vero che tu sei il meno sprovveduto dei tropstronzi, essendo invece così cretino, piuttosto, da desumere che io ritenga insultante essere definito “dipendente pubblico”, mentre naturalmente i tuoi insulti sono altri e piuttosto infantili;
– ad onta di questa tua inveterata e ricorrente fregnaccia, non sono e non sono mai stato dipendente pubblico, nemmeno quindi delle Agenzie del Territorio e delle Entrate, che da alcuni anni ricomprendono anche i vari uffici di natura catastale dello Stato, dopo che questi ebbero assunto nel corso degli anni varie diverse denominazioni, tantissime, persino quella di “Uffici Tecnici del Macinato”, mai quella di Regio Catasto, che solo un ignorantone poteva pacchianamente inventarsi (informati);
– nondimeno considero il Catasto una civilissima e degnissima istituzione; tu no, evidentemente, perché ne ignori manifestamente la storia, la ratio e le procedure; infatti racconti la balla, da te sottintesa denigratoria, che ci lavoro io, cosa che invece, se rispondesse a verità, pur non rendendomi l’uomo più felice al mondo, nemmeno mi dispiacerebbe.
P.S. Neanche il termine “ignorante” ha sempre ed oggettivamente valore di insulto. Specie quando voglia significare, come qui sopra riferita a te, “persona che ignora”. Tant’è vero che – tu non ci crederai, perché ti ritieni sempre un gran furbone mangiafessi – l’ingenuità è quasi sempre una virtù e assai sporadicamente un difetto. -
Topo, intendevo astenermi, ma non resisto più. Devo assolutamente complimentarmi con te per i tuoi ultimi pipponi. Sono un po’ geloso dell’amico Erasmo, ma è una fortuna che tu venga qui. Ti leggo con piacere e ammirazione. Sei sempre un grande!