La mattina, il lato ovest della valle è battuto da un sole implacabile. Perciò, decido di interrompere la camminata e fermarmi all’ombra di un solitario albero, a leggere il giornale. Poco dopo, ti arriva una vecchia in compagnia di una donna di mezza età. La vecchia parla continuamente, a un volume alto. Dice che vuole fare come “questo signore”, ossia sedersi all’ombra. Riceve in risposta un educato grugnito. Si accomoda senza interrompere la conversazione, che poi è un monologo. Il monologo a un certo punto prosegue al telefono, sempre a volume fastidiosamente alto. A quanto pare, la vecchia organizza un ricevimento, e dà istruzioni a una qualche persona di servizio, in particolare sulle cibarie da comprare. Tra croissant alla crema e “quei panini che io li odio ma vanno bene lo stesso” capisco che la vecchia sta ostentando le sue capacità organizzative, proprie di una vera signora, e inalterate ad onta dell’età. Ho anche la sgradita sensazione che lo show vada in onda a mio beneficio. Decido pertanto di interrompere la lettura e riprendere il cammino. È a quel punto che parte la scorreggia. Dal signorile culo. Un borbottio soave e interminabile, nonché, verosimilmente, inarrestabile e ingestibile.
Non so quanto sia durato, perché l’evento ha vieppiù affrettato la mia partenza.
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