Io non ho visto molte persone migliorare invecchiando, e tra le poche non c’era neanche un giornalista. Succede, invece, per Paolo Mieli, che, libero da incombenze direttoriali, sta infilando una serie di lucidi interventi, sia in televisione che sulla carta stampata (e fa piacere notare che questa carta sia quella, altrimenti sgualcitella, del Corriere). Essere lucidi, a volte, significa cogliere l’ovvietà dove tutti gli altri o non la vedono o fanno finta di non vederla. Per esempio, trattativa Stato-Mafia. Possibile che nessuno si sia accorto che, sebbene in una trattativa ci debbano necessariamente essere almeno due parti, dal processo, e relativa sentenza, è rimasta fuori la parte oggettivamente più interessante, ossia lo Stato? E che, poiché i processi penali si fanno alle persone fisiche, mancano i nomi e i cognomi dei politici e degli alti burocrati che avrebbero trattato? E che, sebbene i nomi sia semplicissimo farli, perché si tratta di ministri e direttori generali di ministeri, pudicamente nessuno li ha fatti?
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