GAM sta per Galleria di Arte Moderna, e sta a Torino, alloggiata in un edificio di inizio anni ’50 che fu avvenieristico, della cui costruzione c’è traccia puntuale in una teca: gara di appalto, valutazioni della commissione giudicatrice, lettere di incarico eccetera. Per dire che è un posto dove tendono a guardarsi allo specchio, e a dire “come siamo fighi”. Questo atteggiamento da intellò un po’ retrò si rinviene chiaramente nella disposizione della collezione permanente, che è tematica. I temi (chiamati collezioni) sono cose come “infinito”, “ombre”, “velocità”, “etica”, “natura”. Colpisce, e credo si possa rilevare anche dalle foto presenti nel sito del museo, la cervellotica attribuzione delle opere alle collezioni tematiche. Il sospetto è che tutte le opere possedute dovessero per forza rientrare in una tematica o nell’altra. Soccorre il disorientato visitatore una spiegazione, stampata sul muro della prima sala dedicata a ciascuna collezione tematica. Il linguaggio è autentico sinistrese, ossia funzionale a un messaggio introflesso, ossia, per intenderci meglio: io critico d’arte sono io, e tu visitatore non sei un cazzo, per forza non mi capisci. Che è roba ormai un po’ d’epoca: diciamo che è andata scemando negli ultimi vent’anni. Naturalmente, la prosa è tradotta in inglese, e naturalmente il traduttore non è madre lingua, perché i raccomandati sono locali. D’altra parte, un madre lingua si sarebbe trovato a disagio con un linguaggio per lui incomprensibile come il sinistrese.
Bene. Posseggo la foto di uno di questi brani stampati sui muri. Ma è l’unico anomalo. No, anomalo no, ma diverso dagli altri. Insomma, è stampato con un inchiostro impastato con la saliva. Si riferisce alla collezione tematica “La Velocità”, ed eccolo qua:
Molte domande vengono spontanee. La maggior parte ha a che fare con concetti come piaggeria, servilismo, ruffianeria, sinistra che lecca la mano del padrone, eccetera. Inutile formularle. Ma una, una sola, mi viene irresistibile: se John Elkann è nato e cresciuto in paesi anglosassoni, che motivo c’era per tradurlo in inglese alla cazzo di cane?
(O cazzo di kann?)