La maggiore difficoltà esecutiva dei 24 preludi di Chopin sta nella loro brevità, che comporta una continua variazione di atmosfera. Richiedono, pertanto, oltre che doti tecniche, una superiore concentrazione da parte dell’interprete. Concentrazione che Yulianna Avdeeva ha mostrato, all’Auditorium di Milano. La giovane pianista, vincitrice del Concorso Chopin di Varsavia nel 2010, ha solide basi tecniche, ma soprattutto doti di espressività. Predilige i passaggi energici, cui conferisce un suono infuocato e a tratti sensuale, cavando il massimo dal non eccelso Steinway dell’Auditorium.
La riprova dell’importanza della concentrazione è venuta dal bis, consistente in un walzer chopiniano, dove il rilassamento postconcerto ha causato un paio di sbavature. Successo vibrante, da parte dei pochi intimi convenuti all’Auditorium.